Ho scritto questo romanzo all’inizio del 2016 – Stranger Things non era ancora uscito e una banda di giovanissimi amici in bicicletta era un semplice ricordo personale – e non pensavo di fare un libro per ragazzi. Avevo una storia da raccontare e sapevo che questi sette straordinari ragazzini ne erano i protagonisti.
Quando ho finito di scriverlo mi sono però resa conto di essermi allontanata da quello che viene chiamato “percorso autoriale” e ho riposto la mia banda in un angolo (non in un cassetto!) per dedicarmi ad altre storie.
L’alternativa era salvare solo due o tre fra i sette amici, per dare maggiore voce ai loro genitori, ma tra me e la banda c’era un patto: tutti o nessuno. Non li ho mai traditi. Magari un giorno riscriverò la storia dal punto di vista dei genitori, chi lo sa.

Era il 2016, dunque, quando la banda degli Dei è nata, è stata amata dai pochi che l’hanno letta ed è stata messa da parte. Finché, nel 2021, ho incontrato Stefania Di Mella, editor di Rizzoli Ragazzi, che mi ha chiesto: «Hai mai scritto un romanzo per ragazzi?».
E lì, credetemi, la risata degli Dei l’ho sentita forte e chiara. Grazie, Stefania, per averla sentita anche tu.

Ancora oggi io non so se questo sia un libro solo per ragazzi o no: non mi è mai importato molto delle etichette – di qualunque genere esse siano – ma non sta a me dirlo. Voi leggetelo e fatemi sapere.
Questo romanzo nasce dall’amore per la mitologia che mi accompagna da quando avevo l’età di Carlotta (a proposito: quando ero bambina, un’estate nel Biellese, per la precisione a Cossato, il paese della mia famiglia paterna, gli amici mi hanno insegnato in un pomeriggio ad andare in bici perché uno dei bambini del cortile mi aveva sfidata. Ho vinto. Non avevo avuto il tempo di imparare a frenare…).
Amore per la mitologia, dicevo, perché, ragazzi, credetemi, gli Dei sono dei fighi pazzeschi, sclerati totali e con poteri davvero spaventosi, dato che si offendono e perdono la pazienza per qualsiasi cosa. E se chi perde la pazienza è un matto divino che può lanciare fulmini o trasformare la gente in animali, alberi o costellazioni, capite che stare nei dintorni diventa stressante. Ma più di ogni altra cosa sono liberi. Liberi di amare come e chi gli pare e liberi di essere ciò che vogliono. E questo lo trovo un grandioso insegnamento per tutti.

Casaccio sul Cervo non esiste, l’ho inventato per questa avventura, ma il Biellese esiste eccome, e io ci ho passato buona parte dell’infanzia e dell’adolescenza quando stavo dai nonni, mi nutrivo di riso e latte, sfrecciavo in bici con la mia compagnia di amici (ciao, Monica! E grazie, Pier Paolo, per avermi insegnato ad andare in bici quel pomeriggio!), giocavo a nascondino in via Quintino Sella e passavo pomeriggi a esplorare boschi e casupole abbandonate.
Essendo di Genova, non ho mai imparato a parlare il piemontese, purtroppo, anche se lo amo molto; quindi, per tutte le parole in dialetto che avete trovato qui dentro, dovete ringraziare mia zia, Paola Fiorio, e le sue amiche Lucia Acquadro e Adele Fiorina, che si sono scatenate in una ricerca linguistica così precisa che quando le ho sentite dire «Questa parola, però, la si usa più a Pollone che a Cossato» ho dovuto fermarle.

Un altro grazie speciale è per Emma Caprelli che, nonostante ascolti black metal, mi ha dato suggerimenti preziosi per capire cosa potesse amare il suo coetaneo Bartolomeo prima di scoprire il rock.
Chi invece mi ha aiutata a capire cosa potesse essere successo alla gatta Cupido e come curarla è Lia Seriacopi, veterinaria (oltre che una delle mie amate Scrittrici Pigre, che gli Scrittori Pigri non smettono mai di essere un meraviglioso gruppo di supporto!).
Grazie anche a Eschilo, Esiodo, Euripide, Apollodoro, Ovidio e tutta la combriccola di scrittori greci e latini che mi hanno fatto compagnia ai tempi del liceo classico e che sono stati una fonte preziosa per La banda degli Dei.

Questo romanzo è anche passato per le mani di Valeria Riboli che, con amore, precisione e professionalità ha spulciato ogni riga, aiutandomi a consegnarlo a voi nella sua forma migliore. Non vi posso mostrare le email che ci siamo scambiate, ma in quanto a perfezionismo ce la giochiamo bene. Grazie, Valeria, e grazie a tutta la squadra di Rizzoli Ragazzi, che ha portato La banda degli Dei fino a voi lettori. Grazie anche a Davide Ortu, che ha creato la magnifica copertina. Quando l’ho vista ho subito pensato: “È lei”.
Infine, grazie come sempre a Sara Lando, amica e lettrice da prima e mia fotografa ufficiale da oltre dieci anni.

Se mi chiedete quale sia la mia divinità preferita, be’, è Atena. Per il suo inscalfibile senso della giustizia e per
il suo essere una donna guerriera, dea della sapienza e dell’intelligenza. Come avrebbe detto mio nonno, biellese da generazioni, era una tipa ritta.
E ora: Great Balls of Fire a tutto volume!

La banda degli Dei (Rizzoli) in libreria dal 19 ottobre 2021