Dall’Officina Letteraria mi fanno sapere che già dodici persone sono iscritte al mio laboratorio di scrittura ironica del 23 novembre. C’è posto per quindici, sappiatelo.
Quindici persone che passeranno un intero sabato con me, a parlar di scrittura, di lettura, di ironia. Una giornata a scrivere, a raccontare, a guardare cambiando prospettiva, a smontare, a sdrammatizzare.
Osserveremo dolori, rabbie o fatti banali e li trasformeremo in qualcosa di diverso, di inatteso, di imprevisto. Faremo agguati dietro l’angolo, capovolgeremo il binocolo, sorprenderemo e ci sorprenderemo, toccheremo le viscere e riacciufferemo le lacrime prima che scendano, rovesciandole in una risata.
E anche se il sarcasmo con certe persone è utile quanto lanciare meringhe a un castello, come dice Sir Terence David John Pratchett, noi ci proveremo. Perché siamo altre persone.
Quanto mi piacerebbe io non saprei dire per quanto è tanto!
pipistrello verde…
🙂
E quanto piacerebbe a me averti in classe!
non puoi fare una diretta via webcam sull’evento?
Only for you, via skype.
Se ne può parlare.
prometto di tacere!
no non è vero, non ce la potrei mai fare a stare zitta.
per fortuna
la prossima volta mi armo di pc e skype e lo facciamo sul serio
sarebbe un peccato
• Funerali nella chiesa di San Gregorio al Celio. Oltre cinquemila persone si stipano fino all’inverosimile, fra svenimenti, malori, colpi di caldo. Sulla tomba, nel cuore del cimitero monumentale del Verano, a Roma, l’epitaffio che Gassman s’era scritto da solo: «Non fu mai impallato». [Rep. 2/7/2002, Paolo Brogi, Cds, 29/10/2002].
Beh, parliamo di una persona che ha chiesto ufficialmente che sulla sua tomba fosse scritto “Qui giace Vittorio Gassman, fu attore, non fu mai impallato”, che in gergo significa che nessuno fu mai tra lui e il pubblico o la telecamera. Si informò seriamente, non per gioco, tramite Andreotti con cui aveva un legame perché mia zia era stata sua compagna di classe, sulla possibilità di essere impagliato e messo in salotto. Aveva anche registrato delle bobine con frasi consuete tipo “buon giorno”, “buon appetito”, “piove”, e pretendeva che venisse fatta questa cosa macabra… per fortuna la legge italiana non lo permette e quindi non abbiamo dovuto sottostare a questa tortura finale. (Alessandro Gassman)