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All'inizio dell'anno Paolo Fox ha dichiarato che aprile sarebbe stato in assoluto il mese peggiore per me. Se avessi ascoltato Paolo Fox all'inizio dell'anno avrei potuto correre ai ripari in qualche modo, tipo ibernandomi.
Ma quest'oracolo mi è stato segnalato solo da pochi giorni e altro non mi è rimasto che prenderne atto (però, gente, da adesso in poi non ce n'è più per nessuno, fatemi ciaociao perché sto per decollare. Secondo Paolo Fox).

In effetti mi vengono in mente almeno un paio di motivi per cui escludere aprile 2010 dalla rosa dei mesi migliori e giusto stamattina, uscendo di casa con Sara (che è volata da Bassano del Grappa per farmi mangiare pansoti al sugo di noci e focaccia al formaggio e che se ne è ripartita satolla e riposata), le ho detto Dai, oggi è l'ultimo giorno di aprile! Finalmente questo mese è finito (con l'ingenuo pensiero che i casi della vita siano scanditi dal calendario gregoriano...).

Temo che Aprile fosse a tiro d'orecchio. 'stardo.

Nell'arco di un minuto ci rendiamo conto che il treno è già sul binario, al contrario di noi, e io, con in mano il biglietto di Sara da timbrare, mi lancio in uno scatto felino scapicollandomi su per le scale, urlandole Lo fermo io, lo fermo io!, timbrando al volo e...
...e andando a sbattere FORTISSIMO contro la porta di metallo che, le va riconosciuto, è sempre stata lì.
Per fortissimo intendo dire che si è proprio sentito SBENG.

Mentre Sara esclamava spaventata il mio nome, probabilmente mettendo in conto di dover arrestare al volo un mio svenimento in loco, io, che ci metto sempre un po' a modificare le mie scale di priorità, non ho rallentato (di molto) la mia corsa e mi sono catapultata sul treno coprendomi la bocca con una mano. Mano che si è immediatamente riempita di sangue offrendo una pittoresca scena splatter sul regionale delle 7.39.

Siccome io e Sara non riusciamo proprio, neanche sforzandoci, a tenere alto il senso di tragedia a lungo, abbiamo passato i successivi dieci minuti a ridescriverci il fatto come fosse un cartone animato, poi come fosse una scena di una sit-com e infine come fosse un numero da circo.
Perché noi, certe occasioni, le cogliamo sempre al volo.
Credo che i pendolari di quella carrozza abbiano faticato a conciliare il mio fazzoletto di carta che si riempiva di sangue con noi due che ridevamo, ma a quell'ora del mattino si è a bassissimo regime di domande, sono certa abbiano già rimosso.

Ad ogni modo anche stavolta Sara è ripartita soddisfatta, sostenendo che la mia vita, comunque, riesce sempre a farla ridere anche quando sa che non dovrebbe, ringraziandomi per questo, suggerendomi di smarcare dalla lista autoinfliggersi dolore fisico e di non portare questo numero in tour.

In compenso, quando avrà smesso di sanguinare, potrò sfoggiare un labbrone da Nina Moric per tutto il week end senza essere andata a letto con Corona. E non è mica poco.

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