Venerdì scorso c’è stata sopra casa mia una prova di Apocalisse, neanche una filata, giusto la prova di un atto, ma già coi costumi di scena e le scenografie montate. E’ durata all’incirca fino a lunedì e io ne ho approfittato per dormire con lenzuolo, copriletto leggero e un qualcosa addosso.
Ma non cambiamo discorso.

Non so se c’entri -la coincidenza mi concede di sospettarlo- comunque, all’incirca tra la grandinata e la tromba d’aria, la mia connessione al web ha cominciato ad agonizzare.
Non è saltata e bon, pace, diagnosi inequivocabile, si corra ai ripari.
No. Sarebbe stato semplice.
E’ il wifi che ha cominciato a comportarsi come un ubriaco alla guida di un’auto contromano sui Giovi.
Per cui skype sì, outlook sì, il web no. Ma non no sempre, che poi uno si rassegna, no: mezz’ora sì, sei ore no, tre ore sì, poi basta, poi di nuovo, poi solo per poco, poi tutto il giorno fino alla pioggia successiva, poi potrei ma non so, ti faccio aprire il sito ma poi cado e avanti così fino alla pazzia.
E, ripeto: solo il web. Skype tirava dritto come un fuso, outlook placidamente scaricava mail (ma non tutte, ovviamente: solo quelle configurate. Considerando che uso soprattutto gmail che controllo dal server, fate pure partire le risate registrate).
Che a spiegarlo a degli informatici, non ti credono.

Chiamo fastweb e una fanciulla facile all’illazione mi comunica che, siccome non le risulta che io abbia un “hag con wifi” vuol dire -indiscutibilmente e non concepisce alternative- che mi sto connettendo a una linea non mia e quando le spiego che no, entro nella mia linea con la mia password, decide che allora sarà stato mio marito. Così, d’emblée. O sono pirata o sono sposata. Tutto da un call center.
A parte il fatto che auguro alla fanciulla di sposarsi con qualcuno dei miei ex esperimenti scientifici, perchè se lo merita, non riesco a ottenere uno straccio di informazione utile nè, tantomeno, un controllo tecnico.

Subisco la molestia di una linea con la labirintite per cinque giorni, quando compare come un arcangelo l’amico che ne sa e, seguendo le sue direttive in diretta, smanetto col router del wifi inseguendo access point obsoleti, staccando e riattaccando cavi, spegnendo e riaccendendo, fino alla resa.
Per inciso, l’amico sta nella provincia di Verbanio Cusio Ossola e mi è stato spedito via skype dall’amica che sta a Berlino, che noi non abbiamo la vocazione per le strade facili, si sarà capito.

Il giorno dopo, con un router wifi nuovo, mi ripresento sul campo di battaglia insieme al mio magico tutor in diretta da Ornavasso e dopo un’ora e mezza di testate contro The Net, la nostra ninja da Berlino suggerisce di fare una cosa fuori dagli schemi -legale, legale, non pensate male- e tutto funziona!

No, non ve lo dico qual è la cosa fuori dagli schemi.
Ma la lezione della settimana è: se qualcosa non funziona e avete seguito tutte le regole, provate a fare qualcosa che non vi sarebbe mai venuto in mente di fare.
E se vi state chiedendo come diamine fare una cosa se non vi viene in mente di farla, be’, giocatevi il jolly dell’amica ninja e dell’arcangelo via skype. Io, quel jolly, ce l’ho.