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Non ce la facciamo più. Ogni muscolo, ogni giuntura, ogni sinapsi sono in sciopero.
Francesca ha ringraziato di dove andare a lavorare e ha saltato la colazione alla "come se non ci fosse un domani" che solo da turisti ci si concede.
Noi, siccome siamo turiste e domani partiamo, ci siamo trascinate fino a un deli sulla 72th e abbiamo nostro malgrado, con spirito di sacrificio, spazzolato un piatto formato famiglia di pancakes e uno formato esercito di french toast. Per fortuna io ero quella delle pancakes.

Dopo aver accompagnato Roberta al MoMA, siccome

sarebbe stata la quinta volta che lo vedevo, mi sono regalata due ore di libertà. Che sulle H24 7/7 io ho psicocedimenti.
Il posto dove sapevo mi sarei goduta massimamente la solitudine era in quel girone infernale che è Abercrombie & Fitch sulla Fifth Avenue, dove sono sprofondata in una poltrona, nel semibuio che qualche light stylist ha ritenuto essere perfetto per vendere felpe, camicie e affini, con una calca di gente che mi circumnavigava, la musica assordante e il loro nauseabondo profumo vaporizzato dai soffitti. Non stimola anche voi alla più perfetta estraniazione?

Dopo una mezz'ora comoda ho attraversato la strada, sono entrata da Tiffany, ho fatto un paio di giri in ascensore scambiando battute con gli ascensorai che sono sempre deliziosi, fatto un giro veloce al piano dell'argento, fatto una tappa utile al restroom (forse non tutti sanno che io ho la mia classifica di restroom a Manhattan e Tiffany si giocava il primo posto col Disney'Store della Quinta, finchè il Disney's Store non ha chiuso) e infine dedicato il tempo necessario a godermi il perfetto brillare dei diamanti (second floor , "spectacular jewelery").
Ritengo che questa attività sia in grado di riaprire qualche chakra, non so quale, ma qualcuno di sicuro.
Lasciate perdere il significato del diamante, il costo, il fatto che i gioielli magari non vi piacciono o altre amenità del genere. Andateci comunque, perchè quelle pietre sono di una bellezza ipnotizzante.
Già che c'ero, mi sono divertita a osservare le espressioni degli uomini trascinati dalle donne (annoiati, preccupati, terrorizzati, distratti), delle donne con la speranza tatuata negli occhi, delle coppie sedute al tavolino degli engagement rings, delle commesse che glieli mostravano.

Recuperata Roberta al museo, siamo salite sulla Metro direzione downtown e abbiamo fatto randagismo per Little Italy e China Town. Bah.
Little Italy è piena di negozi cinesi e di ristoranti con nomi tipo Benito One o Benito II o con le locandine dei Soprano's in vetrina, perchè alla fine fascismo e mafia fanno un sacco marketing. Forse ci mancava una guida locale per apprezzarle per cui, consce di ciò, abbiamo tirato dritto fino al Brooklyn Bridge.
Vorremo mica andarcene senza aver fatto la passeggiata sul ponte di Brooklyn?

Con tristezza devo comunicarvi che la moda di appendere lucchetti sui ponti affligge anche questa parte del mondo. Alcuni anche con la combinazione a vista, stile cassaforti miniaturizzate.
Mi chiedo dove siano i supereroi col superpotere della fiamma ossidrica, quando servono.

Alle tre, definitivamente stravolte, siamo andate allo Shake Shack passando dalla Central Station (Carlo, nemmeno nell'edicola lì c'era il World Weekly News, avevano persino la Settimana Enigmistica ma non quello) e con un shakeburger e una limonata ci siamo ricaricate quanto bastava per raggiungere casa, fare la doccia e cominciare col tetris della valigia. Tomorrow is the last day!

Avendo in sottofondo la tv con The Big Bang Theory, non ci saremmo accorte di quello che stava succedendo in strada se non fosse stato per una cantante lirica che a un certo punto ha coperto un bazinga di Sheldon insinuandoci un sospetto.
In effetti giù in strada c'era della gran rumba. Palchetti ovunque tra Lincoln Center e Columbus Circle, su cui si alternavano cantanti e musicisti d'ogni tipo, circondati da decine di bancarelle gestite dai ristoranti della zona, che offrivano le proprie specialità a tutti.
Tutto questo per festeggiare l'illuminazione dell'albero di Natale di quell'angolo di strada, perchè qui ogni occasione è buona per condividere gioia e perchè ogni periodo è dedicato a una celebrazione piuttosto che a un'altra.
Per esempio: da metà ottobre (o anche prima) tutto punta ad Halloween, dal 2 novembre restano solo le zucche decorate fino al Thanksgiving che aleggia dal suo giovedì alla domenica successiva e dal lunedì basta, si pensa al Natale, si parte coi cappelli da elfo, le luminarie, le stelle di neve, renne ovunque e persino l'Empire State Building si tinge coi colori tipici di questa festa (mentre prima era arancione, rosso e giallo per il Ringraziamento e via dicendo).
Se c'è una cosa che sanno fare è guardare avanti sempre e comunque. E farlo sapere.

Ovviamente siamo scese in strada e abbiamo passeggiato nella festa fino al Whole Foods, dove abbiamo finalmente mangiato la famosa Clam Chowder, devo dire buonissima, di quelle che un altro paio di cucchiaiate le avresti ancora mangiate.
L'abbiamo abbinata a dei rolls, assicurandoci che Roberta stesse lontana da quelli con crostacei, per cui lei ha dovuto ripiegare su un altro tipo di avvelenamento, decisamente più creativo: una nuova bibita assolutamente naturale "yellow lemon water cayenne agave".
Dico, voi l'avreste mai presa un'acqua con limone, peperoncino e una pianta grassa? Lei, e il suo nuovo quanto insospettabile coraggio, sì.
Temeraria virata al positivo, si è concentrata sul fatto che sapesse di peperoncino, gusto buffo, anzichè di succo gastrico, gusto disgustoso. Ma io insisto: sapeva di succo gastrico e aggiungerei vomitato anche se ammetto che sarebbe stato più carino da parte mia non dirglielo mentre la stava bevendo.

E poi tutte a casa a rivedere la valigia di Roberta, che suonava strano fosse così satura come lei sosteneva. Infatti.
La serata è stata dedicata a dimostrare che no, la roba non va appallottolata e no, non occupa comunque lo stesso spazio mentre, tu guarda!, se pieghi bene tutto e ottimizzi ti ritrovi mezza valigia vuota.
Abbiamo compiuto il miracolo. I suoi bagagli sembravano più quelli di un geometra piuttosto che delle esplosioni, ma a volte la creatività va sacrificata.

Good night!

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