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Oggi ho dato inizio all'autodistruzione inaugurato la nuova palestra.

La mia collega mi si è parata davanti alla scrivania con gli occhi ipnotizzanti di Kaa sussurrando Tra poco inizia pilates, io vado, vieni?
Non trovando al volo una giustificazione plausibile, ho preso la borsa che languiva lì accanto da lunedì e mi sono trascinata a forza precipitata entusiasta nella nostra palestra.
Yu-uh.
Per non so quale ragione, quando arrivi devi consegnare la tessera. Immagino serva per dare l'occasione alle varie fanciulle dietro il bancone di sapere come ti chiami e salutarti quando te ne vai.
Una gentilezza che prevede una sorta di collaborazione sinergica per garantire la seguente scena:
1) arrivi e con cortesia ti viene indicato il vaso di cristallo appoggiato sul bancone della reception nel quale vieni invitato a mettere la tua tessera
2) quando esci non tentare di ravanare nel vaso per recuperarla, non è più lì. Devi o chiederla alle numerose e gentili fanciulle oppure fare come me e semplicemente scordare proprio di averla, una tessera, e a falcate dirigerti verso l'uscita esclamando un Salve collettivo
3) a prescindere da ciò che fai, una gentile fanciulla ti chiede come ti chiami per restituirti il maltolto, a te tocca dirlo ad alta voce ed è lì che si compie l'evento: tutte le gentili fanciulle presenti nella stanza, qualunque cosa stiano facendo, sorridono ed esclamano ad alta voce in coro Ciao Barbara! (nel mio caso. Se esclamano Ciao Barbara! anche se vi chiamate Sebastiano, Romualdo o Matilde, fatemelo sapere)
4) fuggi via con un sorriso terrorizzato e maledicendoti per aver firmato un'iscrizione di due anni in quel posto di gentilissimi automi, sospettando che nei sottofondi della palestra si nasconda un laboratorio che trasforma ragazze giovani e carine in cortesi droidi
5) realizzi che il criterio giovani e carine scongiura il rischio di trovarti anestetizzata e legata su un lettino sterilizzato
6) ritieni ugualmente inquietante quel posto.

Ma lo so, ho tergiversato per distrarvi mentre mi spogliavo, che vi conosco, guardoni!

Tale è stata la mia determinazione nel preparare la borsa che sono riuscita a dimenticare: l'asciugamano, il bagnoschiuma, la fascia per tenere l'ipod e la spazzola per capelli.
Mio malgrado, abbiamo trovato rimedio a tutto.
Ed eccoci pronte. In anticipo.
Che si fa? Si va in sala attrezzi dove uno sgargiante istruttore ci accoglie a festa dandoci il benvenuto e ci intima suggerisce di passare i dieci minuti di attesa per pilates facendo cyclette.
Ma quelle belle palestre dove non ti considera nessuno e ci si manda tutti affanculo con un grugnito, dove le trovo?
Pedaliamo chiedendoci a regolari intervalli Quanti metri hai fatto? Cinquecento, ma tu a quanto stai andando? A diciotto non so cosa. Io a quattordici non so cosa. A che livello ti sei messa? A uno! Io a due. Uff... Tu che battito hai? Zero. Come zero? Non è bello...Ah, non avevo le mani sul manubrio! Bene, allora sei viva. Sì. Perfetto. Sono passati dieci minuti? Non ancora. Mh. E ora? Manca ancora un minuto. Mh. E ora? Passati. Bene, quante calorie hai fatto? Venti. Io diciannove. Sarà almeno un crackers? Nemmeno.

Pilates è una roba molto new age ombelico verso la colonna vertebrale-inspirate col naso-espirate con la bocca-testa verso il cielo-mani verso terra-srotolatevi-fate cerchi-eccetera e ci metti un po' a coordinarti con l'istruttrice che ti fa da specchio ma dichiara ad alta voce il contrario dei lati che useresti tu se la seguissi a riflesso. Tipo che stai piegando la gamba sinistra e lei dice destra e tu ti annodi su te stessa per recuperare (me lo sento, sono test attitudinali per testare eventuali candidati a cavia umana. Sempre per i laboratori lì sotto).
Comunque carino ma tanto soft, ha senso dopo almeno un'ora di sala attrezzi.

A consuntivo avrò bruciato in tutto 25 calorie. Inizio promettente: posso solo migliorare.
Nonostante non abbia emesso una sola goccia di sudore, non potrei mai uscire dalla palestra senza doccia.
Scopro quindi che la doccia è una stanza. Non nel senso che è ampia, comoda e piena di comfort.
Nel senso letterale: è una stanza piastrellata con varie cipolle per la doccia che spuntano dalle pareti.
Non devo dirvi cosa ricorda, vero?
Mh. Se non altro ora so come addormentano le ragazze giovani e carine per trasformarle in gentili automi...

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