maestro e margheritaPosso dirvi che sto scrivendo, che sono al trentasettesimo capitolo, che i personaggi mi stanno fregando anche stavolta e il finale che avevo previsto per loro non sono sicura di mantenerlo, perché questi sono tosti e, l’ho già detto, mi stanno fregando.
Posso dirvi che non ricordo l’ultima volta che ho avuto un’ora per leggere un libro, che mi sono fatta una delle mie maratone di serial, che mi sono fatta la ceretta. Perché sto scrivendo.
Posso dirvi che quando non scrivo preparo lezioni di comunicazione per un gruppo di persone straordinarie che vedo a Savona due o tre volte a settimana, che alzarmi alle sette del mattino mi entusiasma e non avrei mai pensato di dire una cosa del genere un giorno, e che sì, ho fatto ripetere in classe “I puntini di sospensione sono tre” e “Noi vogliamo bene al congiuntivo“. Questo per chi non ci credeva.
Posso dirvi che quando non scrivo, non preparo le lezioni e non vado a farle, non è che mi resti proprio molto tempo per fare altro ma riesco comunque a inventarmi piccole nicchie dove mettere quelle cose puccettose tipo rulle, cioccolato e progetti per il futuro (i gatti non hanno bisogno di quelle nicchie, i gatti occupano qualsiasi parte del tempo li aggradi, nel modo in cui li aggrada di più).
Posso dirvi che mi sento come il pezzo di mela che metto nella centrifuga al mattino e che, sebbene questo comporti la perdita di molti semini, per non parlare del picciolo, e renda complicato fermarsi a fare una foto, sto bene. E forse anche qualcosa di più.

Mi spiace, altro non posso dirvi.
Torno a scrivere.