La scorsa settimana ho portato la testa nella sua Spa personale: chez i Papermoustache.
Che sono la mia squadra Yakuza, un mio pezzo di famiglia, la mia zona ri e creativa, i genitori di questo sito e innumerevoli altre cose tra il bello e il fantastico.

Io e Sara -che non è una Sara qualunque (ho due Sara nel mio cerchio e nessuna delle due riesce a essere una Saraqualunque, neanche a far finta), ma è Sara Lando, la mia amica-amica, il mio alter ego a cui non la racconto e nel tempo libero anche un genio della fotografia, una blogstar e una fabbricatrice di ghettoregali- abbiamo un progetto da circa una decina d’anni: il Progetto Cocco Bar.

Il Progetto Cocco Bar ci vede tra alcuni anni ricche, famose e felici sorseggiare bibite colorate sulla sabbia bianca di qualche atollo caraibico, libere di non fare una beata leguminosa.
Perchè a noi non importa avere potere sugli altri, noi vogliamo la sabbia bianca e il cocco bar. E tutti i soldi che servono per restarci a nostra discrezione (forse dopo un po’ potremmo annoiarci, ma abbiamo lunghi elenchi di progetti per scongiurare questo rischio).
Bene, da questi meravigliosi giorni in Veneto sono tornata con due iniziative in tandem da concretizzare, una rigenerata allo spirito, grappa Poli in quantità, la ricetta del latte di mandorle, un nuovo servizio fotografico e un nuovo mattoncino del Progetto Cocco Bar.

Come cura di mantenimento ho messo, tra Bassano del Grappa e Genova, un weekend sulle spiagge romagnole dietro Ravenna, tra emiliani, piadine e venditori di aquiloni. Ci stava da dio.