(suggerimento: avviate il video e leggete il testo lasciando che la musica crei l’atmosfera giusta)

Molte cose stanno fermentando qui dietro, anche se il silenzio può dare il falso indizio del riposo.
Ho riposato, questo lo confesso, per ben una settimana.
Una settimana non prevista, nata da un mio click di troppo su Booking, che mi ha incastrata in una vacanza alle Dolomiti.
Faceva caldo, molto caldo, e io e il mio compagno eravamo stremati (lavorare tutto il giorno tutti i giorni con 36 gradi senza aria condizionata può stremare), così sono andata su Booking, ho digitato l’unico posto che mi ricordavo delle Dolomiti, “Val di Fassa”, ho visto un’offerta fantastica e mi son detta “Intanto la opziono, posso sempre annullarla”.
No, non in quel caso.
Dopo aver ripetuto allo sfinimento il mantra “Danno danno danno danno danno danno” ho guardato negli occhi la mia dolce, santa e pazientissima metà e gli ho detto “Andiamo alle Dolomiti”.
Pensava scherzassi, che tenerezza.
Be’, quell’errore ci ha ridato una vita.

Intanto, se andate nella Val di Fassa, vi consiglio di andare al Golden Park Resort di Campitello di Fassa.
E’ nuovo, bellissimo, silenzioso, pulito come mai mi era capitato di trovare un hotel, sono tutti deliziosi, disponibili e accoglienti e c’è la spa interna aperta tutti i pomeriggi.
Vi consiglio di contattarli direttamente e di parlare con il direttore, Giorgio Ploner. Vi assicuro che ne vale la pena (se ce lo siamo potuti permettere persino noi, è davvero una spesa affrontabile).

Per cenare, noi siamo andati tutte le sere al Kamerloy, dove io ho provato ogni giorno un diverso piatto tirolese. Ma so che anche la pizza era molto buona e ho visto passare molti altri piatti strepitosi. Solo che ero lì, e pure in vacanza (qualsiasi dieta viene sospesa in vacanza, è una regola aurea), pareva brutto perdere l’occasione di mangiare tirolese.

E se vi capita, ci sono due persone in cui vi consiglio di inciampare: la signora che gestisce il negozio “Ercabuan” in piazza del Ciampedel, dove trovate l’ungulato canterino del video qui sopra ma anche gnomi, elfi, folletti e persino chicche all’uncinetto fatte da lei (a me ha regalato un funghetto come porta fortuna per Qualcosa di vero), e Claudio Fiore, l’istruttore di golf del Val di Fassa Golf Club di Campitello.
No, non ho giocato a golf e non credo che riuscirò mai ad appassionarmi a quello sport, ma ascoltare le lezioni di Claudio mi ha fatto cambiare idea su una disciplina che, lo ammetto senza andarne fiera, relegavo alle attività per decerebrati. Mi sbagliavo di grosso. Intendiamoci: di decerebrati all’opera con un ferro sette ne ho visti parecchi, ma non è colpa del golf. Il mio era un pregiudizio, già.

Potrei raccontarvi delle pessime figure che abbiamo fatto camminando a 2200 metri con le scarpe da running e il sacchetto della Coop in mano; di quando ci hanno consigliato di fare un sentiero di quasi due chilometri con pendenza del 60%, perché “ci passavano pure i quad”, come se questo fosse un elemento a favore, e come se noi fossimo dei quad; del signore che cercava di attirare con un ciuffo d’erba in mano cinque capre che brucavano serene su chilometri di prato; della chiave di un’altra stanza trovata 24 ore dopo nella tasca del nostro accappatoio; del libro di Guareschi che mi sono gustata in riva al torrente.
Ma diventerebbe un post troppo lungo.
A posto così.

Domani vi racconto le novità dell’autunno.