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Tranquilli, non mi lancerò in un improvvido parallelismo letteral-culturale tra Beckett e Kick-Ass, sono io l'unico delirante collegamento tra un mostro sacro del teatro contemporaneo e il film nelle sale italiane in questi giorni, in ritardo di oltre un anno.

Martedì sera sono andata a vedere Finale di partita e nonostante l'innegabile bravura degli attori (Vittorio Franceschi in primis) e l'accuratezza del regista, lo confesso (e ora qualcuno sverrà dallo shock mentre altri si strapperanno i capelli indignati dalla mia bestemmia), mi sono chiesta se abbia senso, oggi, mettere in scena Beckett.
Secondo me, no.
Sì, d'accordo, è stato un rivoluzionario del teatro, ha sperimentato, provocato, modificato, inventato. Tutto vero. E sicuramente Beckett, per gli esperti e studiosi del settore è e resterà sempre un pilastro, sacrosanto, ma -seriamente- al pubblico ha ancora senso propinare il metateatro beckettiano, il suo teatro dell'assurdo, il nichilismo del testo, la rappresentazione del vuoto e via dicendo? A un pubblico che non deve passare un esame in Storia del Teatro Contemporaneo, dico.
Non è che non l'ho capito, è che lo avrei apprezzato di più nella teoria, se lo avessi letto piuttosto che se fossi stata inchiodata quasi due ore a una poltrona a seguire la partita di scacchi con la vita di due solitudini in vestaglia che ogni giorno recitano lo stesso copione.
Ma ormai siamo al mondo, non c'è rimedio.

Detto ciò, lavorando di pura fantasia, ho deciso che Beckett si divertiva un sacco a fare esperimenti su di noi, la quarta parete, e che se ci avesse visti l'altra sera, in religioso silenzio, accennare col capo un ossequioso rispetto per il genio e sentirsi tutti un po' più colti e intellettuali per "aver visto Beckett", avrebbe riso molto.

Voto finale: alto, ma per addetti ai lavori.

E veniamo a Kick-Ass, la mia compensazione anticulturale di ieri sera.
Lo dico subito: io mi sono divertita parecchio.
Da lì a osannarlo come il film dell'anno passa qualche pellicola, ma bravissimi attori, compresi i baffi di Nicholas Cage, splendida colonna sonora, bel ritmo, belle scene e poi, per chi ama lo splatter come me, lo spappolamento costante di cattivi è di una goduria infinita (il microonde per mafiosi è un elettrodomestico che forse Zorro non approverebbe, ma la soddisfazione è esaltante).

Voto finale: spassoso, ma per amanti dello splatter, dei fumetti e dei supereroi.

Alla fine dei conti, secondo me a Beckett sarebbe piaciuto Kick-Ass.

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