Se siete fan di Clint Eastwood Regista prendete liberamente una pietra ciascuno dai cesti che trovate a inizio post. Fatto? Perfetto.

Hereafter è un film noioso, prevedibile, stucchevolmente retorico. Rientra a buon diritto nel numero dei film ceffati di Eastwood. Capita. Per carità, quell’uomo ha anche fatto dei capolavori, ha tutto il diritto di guardarci dall’alto e sputarci in testa noccioli di olive. Potrà farlo sempre, anche dopo morto (soprattutto ora che si è assicurato di poterlo fare).

Ma non concordo con chi dice che “basta che sia di Eastwood ed è bello“. Nemmeno Gaber ha azzeccato il 100% dei suoi pezzi di teatro-canzone (ok, al momento non mi vengono in mente pezzi suoi non azzeccati ma sono sicura che ci siano, è questione di statistica. Certo, nel caso di Gaber potrebbe non fare testo la statistica, comunque…ok, sto divagando).

Insomma, dai, gli stronzi si fanno riconoscere e odiare dalla prima scena, ogni battuta è una telefonata per quello che accadrà di lì a un po’, muore il gemello sbagliato e resta un piccolo stalker, certo, la vita è dura per i sensitivi veri e c’è persino il cuoco clichè che ascolta l’opera e insegna il famoso (?) sugo al pomodoro toscano.

Scene che meritano: la ricostruzione dello Tsunami in Thailandia, la dinamica dei due fratelli che coprono la madre tossica, il gioco delle bende al corso di cucina.
Accettabile il prefinale con summit casuale dove si sapeva fin dall’inizio, bambino stalker che si fa leggere ma legge anche, arrivo di lui all’hotel di lei. Il finale è melassa ma coerente al film.

E ora lapidatemi pure con le pietre che avete preso all’inizio.