C’è una sorta di surrealtà nel camminare tra la gente con l’ipod nelle orecchie.
Lo faccio sempre, mi ritma la camminata e mi dimezza la sensazione del tempo, oltre a dare una colonna sonora al percorso per andare in ufficio, in stazione, a qualche appuntamento o semplicemente in giro per negozi.
Se cammino da sola, mi serve la musica.
E ciò che osservo, magari distrattamente, sembra scorrere su una pellicola, è distante, piuttosto che a pochi metri da me.
Quando ieri sera ho visto quella donna anziana cadere per terra, però, è stato istintivo correre da lei per aiutarla. Non era un film, era una signora di molte primavere, con un cappotto marrone, calze contenitive, scarpe ortopediche, la borsa, il sacchetto di un negozio e una parrucca bionda.
Tutto era caduto insieme a lei, compresi i suoi capelli.
Non le importava della borsa o del colpo preso alle gambe o del sacchetto del negozio: ancora per terra la prima cosa che ha fatto è stata cercare di rimettere a posto la capigliatura, mentre, oltre me, altre persone correvano ad aiutarla.
Io, scordandomi di avere l’ipod acceso, guardavo la scena senza sentirne i dialoghi e ho visto nitido il suo imbarazzo nel non sentirsi a posto davanti a tutta quella gente. Teneva gli occhi bassi, confusa, a disagio, aveva attirato la nostra attenzione senza volerlo e cercando di essere il più discreta possibile, con una mano, tentava di controllare la parrucca, vergognandosi.
Avrei voluto nasconderla a tutti, lasciarla per un attimo davanti a uno specchio dove poter sistemare la sua dignità, perché era l’unica cosa a cui riusciva a pensare, di cui sentiva il bisogno.
Le ho restituito la borsa e il sacchetto raccolti dal marciapiede guardandola negli occhi e sorridendole, e sono andata via rapida, capendo che era l’unica cosa che desiderava facessimo tutti noi.
mi ha fatto molta tristezza quanto letto… credo che avrei voluto fare la stessa cosa anche io, proteggerla. Non è solo vanità femminile, che esiste ad ogni età, qua si parla anche di dignità, di una donna che, anche di tante primavere, ci tiene ad avere per se stessa e per gli altri…
ho un velo di malinconia ora addosso… quando si parla di cose di questo genere sugli anziani è così :°)
Qui si parla solo di dignità.
E tanto più sono anziani, quanto più vanno protetti.
Spero che stia bene e si lasci scivolare via di dosso ogni ricordo di disagio.
lo spero anche io…
🙁
Sono parziale nei confronti degli anziani molto di piu’ di quanto io lo sia nei confronti dei bambini perche’ e’ tutto piu’ difficile, quando ne hai passate piu’ di quelle che passerai.
Spero che abbia la consolazione di una memoria a colabrodo.
Spero che giochi anche il disincanto di quell’età.
🙁
Sono cresciuta con nonna tanto e tanto a lungo ( che spesso mi imbroglio e dico mamma ). Ho imparato l’amore per loro e da loro, e leggendo ha iniziato a pizzicarmi il naso e le parole sono diventate grandi grandi…
Spero che le altre persone abbiano avuto la delicatezza che hai avuto tu.
Sai, a parte i primissimi che sono corsi d’istinto per aiutarla a rialzarsi, c’è stata la solita gente con l’ansia della prima fila e quelli, notoriamente, non hanno la sensibilità e la delicatezza tra le loro prime caratteristiche…
in realtà le persone malate la dignità la perdono tutta-loro malgrado-quando sono in ospedale, ma là è così per tutti, è la normalità e la maggior parte delle persone capisce in quel microcosmo di dolore. Il mondo esterno invece non è mai preparato e chi è malato si deve vergognare continuamente di cose stupide come una mascherina sulla bocca o una parrucca che cade
Salvaguardare la dignità anche e soprattutto negli ospedali dovrebbe essere, dopo la qualità dell’assistenza medica e sanitaria, una priorità assoluta.
Ma quando si è fuori, nel mondo esterno come dici tu, anche una parrucca che cade è importante, è un’ulteriore vulnerabilità che si aggiunge all’età, all’essere caduti per terra, all’aver bisogno degli altri.