Un tipo con parecchie taglie in eccesso e diversamente, ma molto diversamente affascinante, si aggira nella libreria durante la pausa pranzo. Va a colpo sicuro, prende tre libri con palese predeterminazione e si dirige verso la cassa, imbottito di ottimismo.
Come perdere peso in tre mesi, Sedurre coi gesti e Kamasutra.
Chiare intenzioni, percorso definito e obiettivo preciso.
La mia amica lo vede e, irrimediabilmente incuriosita, lo segue.
A volte basta sapere con esattezza cosa si vuole, per ottenerlo.
…lo segue…e poi?… C’è un risvolto ironico? altrimenti dopo questa, dovrò resettare le mie esperienze e devastare il mio punto vita, non ho alternative 🙁 …
Un risvolto ironico?
Lei che segue uno così perchè ha preso quei libri non ti fa abbastanza ridere?
Mumble…ma chi dice che leggere non serve a niente? Non l’ho mai sentita! 😀
Comunque mi accodo a Marco: lo segue e poi? Come va avanti la storia? 😉
Mumble…Sei fortunellissimo se non te lo sei mai sentito dire.
Io ho perso il conto, ahimè. Ci sono quelli che, tronfi, ti guardano con malcelato disprezzo dicendo cose del tipo “Io la vita preferisco viverla, non leggerla” e cazzate simili, ma anche “Anche a me attirano i libri, mi piace guardarli, ogni tanto vado in libreria per rilassarmi, ma non ho mai provato a leggerne uno, mi sembra, non so, un’attività un po’ solitaria, no? Che effetto fa?”.
Insomma, fidati, lo dicono e non sono pochi. Basta guardare quanti italiani leggono libri.
La storia io l’ho trovata perfetta così, completa nella sua logica surrealtà. Non ho sentito l’esigenza di guardare oltre. Se però voi la sentite, azzardate il seguito, lo leggerò con immenso piacere 🙂
… lo segue fino alla cassa, anche se un motivo non c’era, l’avrebbe trovato. Infatti già mentre il tipo porgeva il denaro all’addetta, vide chiaro in se stessa. Le erano sempre piaciuti i ragazzi un po’ abbondanti di circonferenza, le ricordavano l’orsacchiotto con cui giocava da bambina. La morbidezza,
… e poi quei libri erano un invito, urlavano: “cerco una ragazza, per lei sono disposto a dimagrire, imparare a leggerne i desideri prima ancora che li esprima e vioglio passare momenti di intensa intimità, non certo una botta da due minuti. Si trattava di chiare promesse. Erano passati dieci minuti, la strada era affollata e aveva potuto camminargli vicino senza che lui se ne accorgesse, ne aveva catturato il profumo, delicato, con un retro sapore di spezie, come le piaceva. Si stava innamorando, quel suo modo tranquillo di camminare era rilassante. Aveva anche buon gusto nello scegliere gli abiti, probabilmente era di ceto agiato, l’avrebbe fatta vivere come una principessa. Doveva soltanto fare in modo che le rivolgesse la parola, farsi notare, non sarebbe stato difficile.
Proprio mentre le venne in mente come dargli l’opportunità, con il suo movimento da pacioccone entrò in un bar.
Lei pensò: “perfetto” e lo seguì. fianco a fianco davanti al bancone sarebbe stato più facile scambiarsi una parola.
Il tipo sorrise alla barista e le porse il sacchetto “ecco ti ho comprato i libri che mi hai chiesto”.
“Sei un tesoro, quanto ti devo?”.
D’un tratto vide vicino a lei un uomo sovrappeso che porgeva un sacchetto, e se ne andò chiedendosi cosa mai ci poteva aver trovato. Oltretutto detestava il rosso e la maglietta che indossava quel tipo era così rossa da farle venire la nausea. O a farle venir la nausea era quel terribile puzzo di sudore che avvolgeva il grassone?
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH applauso a Roberto!
[…] poi dicono che leggere non serve a niente di Barbara […]
la definizione del percorso e’ chiara, ammirabile la volonta’ di perseguire l’obiettivo fissato (nessun ripensamento nella scelta, nessuna pausa lungo il percorso verso la cassa, almeno così si evince dalla narrazione); questa determinazione merita stima e considerazione.
Solo che poi nella mente appare Gene Wilder che urla invasato: “Si! Può! Fare!”… 🙂
ODDIO adesso non potrò mai più immaginare questo episodio senza il Si Può Fare! genewilderiano!