Una mia amica ha comprato un libro di ricette per single che, involontariamente, è passato dall’essere un volume di consultazione culinaria ad attestarsi come testo comico che sta rallegrando le nostre conversazioni.
Ora, capisco che il target ipotizzato, benchè non dichiarato, sia per lo più quello dei maschi separati che a quarant’anni si ritrovano per la prima volta nella loro vita ad avere a che fare con lavatrici e fornelli.
E capisco che qualche dritta utile del tipo Dividi bianchi, neri e colorati o Sì, era sodo anche mezz’ora fa, avresti fatto meglio a spegnere finchè c’era ancora acqua nella pentola sono consigli pratici che potremmo dare erroneamente per scontati, ma trovo leggermente turlupinatorio pagare 8,90 euro per avere la ricetta di Uova e pancetta o di Fichi e prosciutto crudo.
Al momento la nostra ilarità ha raggiunto il culmine con la ricetta di Fave, pecorino e salame che generosamente condivido:
Ingredienti
50 g di fave novelle sgranate, 50 g di pecorino, 50 g di salame a fette spesse, 1 fetta di pane casereccio, pepe
Private le fave della pellicina esterna, schiacciandole tra due dita. Tagliate a dadi il pane e fatelo dorare in forno. Riducete il pecorino a bastoncini e il salame a cubetti. Disponete nel piatto i diversi elementi e condite a piacere con un pizzico di pepe.
Ora.
Come sbucciare una fava, e non ci sono doppi sensi, penso lo sappia anche una scimmia.
Tagliare a pezzi pecorino e salame ha sicuramente comportato alcuni quarti d’ora di consultazione per decidere di 1) dirlo, giusto per allungare il testo e 2) usare Riducete per nobilitare il suggerimento.
Mettere la roba nel piatto è effettivamente un consiglio prezioso, niente da dire, mentre mi destabilizza quell’improvvisa libertà d’azione che viene concessa per condire a piacere, ma con un pizzico di pepe, niente di più, niente di meno, niente di diverso. Comunque a piacere.
A questo punto l’indicazione di tagliare a dadi il pane e farlo dorare in forno svetta in cima alla classifica delle difficoltà, ma, curiosamente, non è approfondita. Come lo faccio dorare il pane in forno? Ci devo mettere dell’olio? E a quanti gradi? Per quanto tempo?
Insomma, qui si rischia di ceffare la ricetta di Fave, salame e pecorino! Più cura nei dettagli, please.
Secondo me l’editore dovrebbe proporre una rubrica di cucina a Men’s Health (dove, lo ricordo, ho trovato anni fa la spiegazione tecnica di come far rimbalzare una pietra sull’acqua a partire dalla scelta del tipo di pietra fino al movimento di polso, torso e gambe per ottenere un ottimo risultato. Sotto i tre rimbalzi nemmeno lo consideriamo un lancio decente).
Se posso suggerire, partirei dalla ricetta del latte caldo.
Forse la ricetta del latte caldo, può nascondere insidie nascoste, (prendi il bollilatte, la tazza ma soprattutto, accendi il fuoco), che ne pensi di pane e olio? Dove per pane non intendo quello da affettare ma un panino (bleah!) già disposto a tale utilizzo.
Sei sicura che il panino all’olio sia uno step più semplice del latte caldo?
Quanto olio? E come lo taglio il panino, in orizzontale o in verticale? E l’olio lo metto solo su una parte o anche sull’altra? E quale olio? Oliva vergine o extravergine o va bene anche l’olio di semi?
Mmmmhhhhh secondo me faranno una seconda edizione di questo libro con gli update.
*sigh* hai ragione ho attributo ai fruitori del libro in questione una capacità deduttiva minima.
*se ne va a spalle curve singhiozzando*
*pat pat*
Non dare la colpa a te stessa.
danno anche indicazioni su come aprire le scatolette?? tipo in senso orario o anti-orario? che torsione di polso? come sollevare l’insidiosissima linguetta in quelle munite di questo dispositivo? ecc ecc
p.s. ma davvero i 40enni singles sono così cerebrolesi?? forse ho capito perchè mi sono fiondata su un toyboy (che cucina da dio)
Non credo che i 40enni singles siano così cerebrolesi (ahahahahahahahah) ma è vero che spesso non hanno mai cucinato nemmeno un uovo sodo, quindi, pur essendo -in alcuni casi- persone di intelligenza superiore e raffinata (musica di violini in sottofondo), non hanno la più pallida idea di come si facciano certe cose per noi ovvie.
Detto ciò: scrivimi sulla copertina qualcosa del tipo manuale di sopravvivenza in cucina, per single che non l’hanno mai frequentata, non ci sarebbe nulla di male, anzi, sarebbe una gran furbata.
Ma non vendere un libro di ricette per single partendo dal presupposto che sono degli impediti 🙂
O, se lo fai, specifica che è un libro comico 😉
in realtà io che sono un maschio single che non ha mai preso in mano una padella avrei DAVVERO bisogno di un manualetto “cucina for dummie” che parta da “cosa vuol dire ROSOLARE?”, “come si sbucciano le fave?” “cosa diavolo sono delle fave?” ecc ecc.
poi credo che continuerei comunque a farmi le bustine di risotti knorr, ma almeno avrei saprei cosa potrei fare e mi godrei meglio la mia pigrizia.
Sacrosanto!
Scriviamolo. Tu fai le domande e noi, team di donne pratiche, elaboriamo le risposte.
Poi lo vendiamo, diventiamo ricchi e ci paghiamo un cuoco a testa.
Ma… il sacro testo aiuta anche con supporti visivi? foto dei vari steps, strumenti da usare, piatto finito? e poi c’e’ una sezione FAQs? altrimenti sono dei cialtroni, il loro target (i poveri plantigradi cui si rivolge) non ce la fara’ mai…
Per ogni ricetta c’è l’immagine della pietanza finita. Ma in effetti manca il percorso a immagini della preparazione… Dovremmo scrivere alla casa editrice per segnalarlo.
Lollo moltissimo!
🙂
trovo la ricetta di fave pecorino e salame, molto più complessa di quello che ho trovato io in un libro di cucina intitolato : “ricette facili e veloci”. la ricetta in questione era piadina e prosciutto, dove si consigliava di comprare una piadina al supermercato (di quelle che si trovano al banco-frigo),un 3 o 4 fette di prosciutto( dolce o saporito, non ha importanza, basta assecondare i propri gusti) e un pò di pecorino o emmental svizzero (a seconda dei gusti. il procedimento era abastanza complicato,scaldare la piada, da ambo i lati, per circa due minuti adagaire il prisciutto e il formaggio e chiudere la piada su se stessa.
e sinceramente quello che mi ha colpito è che alla fine non era nemmeno una piada con il prosciutto, ma una con prosciutto e formaggio.
P.S. detto questo il libro in se non era male…
Potremmo inaugurare una nuova rubrica di ricette così facili da suscitare dubbi in merito.
ci sono capitoli collaterali del tipo “come pulire piano lavoro e fornelli PER DAVVERO, e già che ci sei anche il microonde” piuttosto che “non è necessario usare la lavastoviglie per due piatti e un paio di posate”?
Sembra sempre più impellente la necessità di un manuale di sopravvivenza casalinga.
Il capitolo “Non farlo dire a lei” può riportare indicazioni di duplice utilità come “la roba sporca non arriva da sola nel cesto apposito, figurarsi nella lavatrice” o “lasciare le tazze usate nel lavandino non realizzerà il miracolo di ritrovarle pulite e rimesse a posto alla sera” o “il frigo non produce spontaneamente bottiglie di birra“.
e no, lanciare il sasso e nascondere la mano non è carino… “Fichi e prosciutto crudo”: la voglio! C’e’ il trucco, ci deve essere, non può essere così sconcertante come appare! Fichi e prosciutto crudo: non è nemmeno una ricetta, è un disporre della roba su un piatto, richiama più l’estetica che la cucina. Dov’è il trucco? 🙂
La tua è una legittima richiesta cui provvedo immantinente.
Fichi e prosciutto crudo
Ingredienti: 2 fichi grossi, 3 fette di prosciutto crudo, 1 cucchiaino di zucchero, 2 cucchiaini di aceto balsamico, 2 cucchiaini di olio extravergine d’oliva, pepe
Tagliate a metà i fichi e appoggiateli dalla parte tondeggiante sulla placca del forno rivestita di alluminio per alimenti. Cospargete i fichi di zucchero e fateli gratinare per 4-5 minuti in forno già caldo a 200°. Sfornateli, disponeteli su un piatto, spruzzateli con l’olio e l’aceto e spolverizzateli con poco pepe, quindi lasciateli raffreddare e copriteli col prosciutto.
Ci ha fregati, l’hanno fatta più elaborata del previsto, eravamo prevenuti.
Per contro rilancio con
Bresaola al pompelmo
Ingredienti: 80 gr di bresaola a fette sottili, 1/2 pompelmo, prezzemolo, olio extravergine di oliva
Sbucciate i pompelmi al vivo, cioè privando ogni spicchio della pellicina bianca; se sono troppo grossi dividete in 2, per il lungo, gli spicchi. Disponete le fette di bresaola sul piatto da portata, distribuitevi sopra, in modo decorativo, gli spicchi di pompelmo alternati ai ciuffi di prezzemolo e irrorate con un filo d’olio.
Hai ragione, era molto più complessa del prevedibile, ma anche molto dettagliata (difficilmente ceffabile, bastra prenderci con il balsamico giusto) Anche per la bresaola c’è l’angolino didattico sulla pelatura a vivo, però 🙂
Gentilissima, grazie!