il seggio vacanteNon era facile lanciarsi fuori da Hogwarts e cadere in piedi nel mondo reale, competere con un mondo fantastico e dimostrare di poter raccontare senza espedienti magici, abbracciare migliaia di giovani e fedeli lettori, salutarli e rivolgersi a tutt’altro pubblico, senza il paracadute di essere La Rowling ma anzi con il pregiudizio di essere La Rowling.
Secondo me ce l’ha fatta. E dirò di più: ne sono profondamente felice.

Il Seggio Vacante non sarà una pietra miliare della letteratura e non penso passerà alla storia come la saga di Harry Potter, ma è un buon libro, davvero un buon libro, scritto bene ma soprattutto denso di realtà senza mistificazione, di umanità tridimensionale, di meccanismi mai spiegati ma abilmente narrati e per questo chiarissimi.

La Rowling non è buonista, non è didascalica, non è retorica, non ti spiega ma semplicemente racconta e ti dipinge una quotidianità piccola, meschina, sincera, vigliacca, timorosa, fiduciosa, dolorosa, ironica, rabbiosa, delusa, emotiva, buffa, difettosa, violenta, impaurita, idealista, grassa, brutta, giovane, vecchia, ammaccata, vincente e condannata. Una quotidianità che ci appartiene come il mattino o il sonno.

Siamo un domino e nessuno di noi è immune dalla responsabilità di ciò che succede agli altri, questo a Pagford, Inghilterra, giorni nostri, come in tutto il resto del mondo, in qualunque tempo.
Un senso etico mai sbandierato che s’infonde pagina dopo pagina in una storia collettiva, dove questa scrittrice dà prova della sua grandiosa capacità empatica, definendo i personaggi con maestria, dagli adolescenti -di cui, sappiamo, è sempre stata una straordinaria portavoce- agli adulti, tutti immensamente umani nella loro assenza di perfezione.
Poteva essere più breve e speravo in un ritmo più veloce, ma le ultime cento pagine compensano l’andatura di crociera delle precedenti.

Preparatevi a pensare, a sentirvi in colpa, a riflettere, a sorridere, a provare ripugnanza, a condannare l’indifferenza, a riconoscere le vostre imperfezioni e a scegliere chi e cosa essere.

 

Note di demerito: copertina fuorviante e prezzo eccessivo.