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"L'Ara Panic, ovvero la discoteca di quelli che si credevano più ganzi degli altri, irritava il cielo con le sue luci di richiamo per un vasto tratto di lungomare verso la città. D'estate come d'inverno, una lunga fila di disertori della vanga, parcheggiate in divieto carpiato le loro immeritate Mercedes, si assiepavano ai cordoni d'entrata per sottoporsi speranzosi o alteri al vaglio di ulteriori beoti, prezzolati dalla balera al fine di concedere l'ingresso solo ai più fulgidi rappresentanti della razza. All'interno, il volume della musica è tale da rincitrullire del tutto gli astanti che già in media hanno meno neuroni che capelli." (tratto da "La Briscola in cinque", capitolo "radice di venticinque", tra il quattro e il sei)

Io, dopo aver letto questo passaggio, mi sono alzata in piedi e ho applaudito.

Ora sono molto curiosa di leggere gli altri libri di Marco Malvaldi.

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