Una mia amica dice sempre che la taglia 42 è il burka dell’occidente. Tutte dobbiamo riuscire a entrarci, cuciture o no. E da anni ho la convinzione che si siano adeguati persino i produttori di abbigliamento, scalando le taglie e trasformando magicamente le 44 in 42, le 42 in 40 e avanti così fino ai tubi unici per grissini.
Io e Marina, dopo l’ennesima colazione a base di muffin e brioche al cioccolato, dopo i cioccolatini di San Valentino, le bugie di Carnevale e tutto ciò che riusciamo a ingurgitare da un martedì all’altro, ci siamo ammirate nelle nostre esuberanti curve e abbiamo deciso di dedicare una puntata alle ragazze in carne. O ai ragazzi in carne.
Perché c’è chi, la ciccia in più, la vede come un extra di fascino.
Ci sono uomini che adorano affondare le mani e gli occhi tra i rotoli di adipe di una donna accogliente, ci sono donne che vanno matte per una bella pancia da sano bevitore di birra. C’è chi, tra una perfetta tartaruga da palestra e un braccio flaccido da persona vissuta, non ha dubbi: il grasso è morbido, è rassicurante, è un plus.
Come accettarsi, come godersela, come vestirsi?
A cuore crudo, in diretta su Radio 19, martedì dalle 10 alle 11 con me e Marina Minetti.
Non siate timidi: scriveteci in real time via sms (335 1981919) o via mail (diretta@radio19.it), che noi vi leggiamo.
assolutamente voto a favore della ciccia (orgoglio di categoria): ricordo ancora con raccapriccio anni fa (vivevo ancora in Italia), quando sudata e bestemmiante, non sono riuscita ad entrare in un paio di pantaloni 48 alla Conbipel di Piccapietra; un’umiliazione, assolutamente ingiustificata, dal momento che da anni, attraverso abbuffate, periodi di morigeratezza, trasferimento all’estero con cambio traumatico di alimentazione, gravidanza, allattamento, rincorsa perenne di figlia estremamente vivace, la mia taglia è inchiodata ad una (secondo me) dignitosissima 44/ 46 a furor di tette (e chi son io per lamentarmene). In quel momento sudato, in quel camerino dalle luci assassine, ho capito che in Italia ci odiano, odiano le persone normali, se non hai le misure di una ” minorenne molto indigente” (cit. Lella Costa) devi comprare solo roba informe tipo tenda da boy scout, se non puoi andare in giro a natica scoperta come una velina qualsiasi il tuo destino sono i camicioni alla Demis Roussos, e se vuoi far la faica alla sera puoi sempre metterti lo smoking di Pavarotti. E quindi sai che c’è? Che ora vivo in un paese dove la 44 è una 44 (o 14, per usare le taglie autoctone), dove i reggiseni 38 coppa DD sono in pizzo e carini e non roba che nemmeno la Trinciabue, dove ho messo su un gruppo di burlesque con altre amiche squinternate in cui la taglia media è una 48 (ma solo perchè tra di noi abbiamo una transfuga simil anoressica), e nessuno si sganascia a vederci in guepiere, anzi…
quanto al sesso, su, dai, mai provata la sensazione fastidiosa di un gomito aguzzo piantato nelle costole? quando abbraccio mio marito, adoro avere un sacco di roba da pastrugnare, i fisici da maratoneta li lascio alle altre (quelli ossessionati dal 6 pack, dallo stomaco a tartaruga- e il cervello da microcefalo- da bicipiti/tricipiti e quant’altro, io nemmeno li considero, li lascio ai loro anabolizzanti e al loro specchio).
baci morbidi
Francesca
Ma infatti tu sei tra i miei idoli viventi 🙂
E comunque parliamo delle luci assassine dei camerini italiani. Maledette. Maledetti.
oltre che sulle luci, ci sarebbe da dire qualcosa anche sulle dimensioni dei camerini di prova. Prendere a gomitate le pareti mentre ci si prova un paio di pantaloni personalmente non mi pare possa rientrare nella categoria “gratificazione nell’acquisto”. Oltre che sulle luci, proporrei un minimo sindacale anche sulla metratura 🙂
Vero.
Prima le luci, poi lo spazio. Ma prima le luci. E dopo parliamo degli specchi mendaci.
mettendo da parte situazioni da patologia, solo la costruzione della frase…
“Accarezzò con lo sguardo le curve morbide…”: logico, comprensibile, decisamente condivisibile.
“Accarezzò con lo sguardo gli spigoli aguzzi…”: uhm, no, c’è qualcosa che non va 🙂
Vero?
DICIAMOLO