omofobia coloriIl 17 maggio è la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Lo ha deciso l’Unione Europea sette anni fa, ma l’idea era venuta a Monsieur Tin, in Francia, nel 2005, per celebrare i 15 anni esatti dalla rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali riconosciute dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Già, perché l’omosessualità non è una malattia.
So che questa notizia giunge ancora a orecchie dubbiose, ma, davvero, non è una malattia né lo è mai stata.
Non è nemmeno una perversione o una deviazione o una mania o qualcosa di alterato.
Purtroppo, però, l’omosessualità e i diritti degli omosessuali sono ancora argomenti che, soprattutto in Italia, devono essere discussi, analizzati, valutati, difesi e via dicendo.
E allora noi lo facciamo. Sempre a cuore crudo, sempre con imbarazzante franchezza. Anche insieme a Stefano Musso di Approdo, il Comitato Territoriale Arcigay di Genova.

E magari scopriremo che pure la mamma del moscerino della frutta un giorno ha conosciuto il fidanzato del figlio e che il 10% dei montoni è unicamente gay, senza strappi alla regola, che i delfini sperimentano volentieri e, come loro, migliaia e migliaia di altre specie animali.
Perché, eh già, l’omosessualità è una cosa naturale.
Ce lo racconterà un biologo. Mica un biologo qualunque però.
E il nostro psico proverà a spiegarci perché tante persone faticano ad accettare e riconoscere una cosa così, appunto, naturale.

Solito posto, solita ora, in diretta su Radio 19, martedì dalle 10 alle 11. Partecipate in real time via sms (335 1981919) o via mail (diretta@radio19.it), io e Marina Minetti vi leggeremo ad alta voce. Se volete.