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Devono esserci approfondite e studiatissime ricerche sociologiche, dietro le ultime tendenze dei serial tv, e queste approfondite e studiatissime ricerche, questi oracoli, devono aver divinato la stessa soluzione per tutti: sacrificare uno dei personaggi principali al dio marketing.

Del resto, se la Rowling fa morire Silente e se Martin non si pone alcun problema a far secchi i protagonisti di Game of Thrones, è evidente che far tirare le cuoia a un personaggio importante non fa perdere lettori e spettatori.

Ovvio, niente di nuovo: la letteratura, il cinema, il teatro, persino le fiabe non ci hanno risparmiato morti eccellenti nella storia (neanche le soap opera, ma poi li fanno resuscitare a muzzo, non vale).

Però questo dev'essere un periodo particolarmente fecondo per le tragedie, perchè nell'arco di due giorni, mettendomi in pari con i svariati serial che seguo, sono passata da un lutto all'altro con grande costernazione.
Io li guardo per rilassarmi e farmi accompagnare nel sonno dei giusti, accidenti a loro!
Voglio dire: Dexter è un serial killer, ovvio che ci siano i morti; True Blood parla di vampiri golosi di sangue, ovvio che ci siano i morti; Fringe racconta di x-files, alieni e spietati nemici dell'umanità, ovvio che ci siano i morti e via così se parliamo di crimini, fantasmi, spacciatori di droga e becchini.

Ma, diamine, questa strage di personaggi principali era davvero necessaria?
Desperate Housewife chiude con la morte di uno dei migliori.
Grey's Anatomy, finito con un incidente aereo e una protagonista morta, ricomincia con un protagonista che muore e un'altra messa veramente ma veramente male.
Private Practice parte con la morte di uno del gruppo.
Ok, avevano dato, c'era da raschiare il fondo del barile, ma resta la sensazione che gli sceneggiatori abbiano partecipato alla stessa indianata prima di scrivere i copioni.

R.I.P.

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