libri 7Oggi ho finito la prima stesura del mio nuovo romanzo.
Lo scrivo qui, così magari domani passo, leggo questo post e realizzo di aver davvero scritto l’ultimo capitolo.
L’ho finito, l’ho stampato, l’ho imbustato e l’ho spedito alla mia agente.
Ora sto osservando la mia scrivania.
Due gatti acciambellati ai lati, due pile di posta da smaltire dentro cui spero non ci siano bollette scadute, briciole, molte briciole, chiavette usb di varia foggia, l’alone di una tazza, un tovagliolo sporco, una tovaglietta macchiata, due matite, una penna, un tappo di penna solitario. E il computer.
Dalla tastiera del computer sono sparite la A, la S, la E, la R, la T, la O ha perso il proprio allure. Beninteso, i tasti ci sono, ma le lettere sono scomparse. Ci sono andata giù dura.

C’è anche l’agenda, qui, accanto a me. Con giornate fitte di buone intenzioni, nomi di persone da chiamare, film da vedere, mail da scrivere, progetti da definire, promesse da mantenere, scadenze da rispettare. Tutta una serie di cose che da quattro mesi sto tenendo in sospeso. Perché la prossima settimana dovrei farcela, ho cominciato a dire a fine settembre.
Da domani comincio un lento ma tenace recupero di una vita normale. Lo prometto.

Intanto, ho finito. O meglio: la prima stesura significa che l’ho finito e che da adesso si comincia. A lavorarci su.
E’ come aver covato per mesi e aver finalmente visto l’uovo rompersi e la creatura uscire fuori. Va pulito, va nutrito, va protetto e gli vanno spiegate un mucchio di cose della vita, mentre si aspetta che sia abbastanza forte da poter andare in giro da solo, tronfio di un editore e di una copertina.
Ci vorrà del tempo, ma intanto posso sgranchirmi le gambe.

Domani, però. Tutto domani.