ombrello rossoQuando piove, noi genovesi ci divertiamo immensamente a fare lo slalom tra una pozzanghera e l’altra.
E’ un’attività che ci mantiene giovani, atletici, elastici e rafforza le nostre difese immunitarie.

Le salite, le scale, la tramontana d’inverno, la focaccia calda e lo slalom tra le pozzanghere sono infatti tra i motivi principali per cui Genova ha un rilevante indice di vecchiaia che la piazza tra le città con la più alta densità di vecchietti in Italia. Perché son tosti, i nostri vecchietti. E sopravvivono a piogge e alluvioni con la destrezza di mille ranocchi.

Quando piove, bastano pochi minuti e le strade, i marciapiedi, i vicoli e persino i tunnel sopraelevati che dovrebbero essere coperti (e lo sono, ma sai che tristezza se non ci piovesse dentro? che banalità un tunnel sopraelevato asciutto!) si riempiono di acqua e tutti cominciamo a esibirci nei nostri migliori virtuosismi.

Io, per esempio, sono piuttosto brava nel salto a forbice: lancio la gamba destra in avanti, tesa, lascio che la sinistra segua altrettanto tesa, con grazia ed eleganza, e approdo su un punto individuato per guadare la pozza e ripartire con lo stesso passo leggiadro. Le falcate aeree sono la mia specialità.
Ma c’è chi predilige corricchiare rapidamente in punta di piedi, chi si dedica a elaborate circumnavigazioni che possono portarlo a scoprire quartieri cittadini fino a quel momento a lui sconosciuti, chi –attrezzato con lungimiranti stivali di gomma- sfida noncurante le misteriose profondità degli avvallamenti inondati o chi, con ammirevole creatività, tenta il passaggio a talloni, confidando nel maggiore spessore del tacco rispetto alla punta per non bagnarsi i piedi.

Un’altra disciplina particolarmente in voga è l’onda, che necessita di una squadra di minimo due persone: l’autista e il pedone. L’autista cercherà di alzare un’onda degna di tale nome, con un abile gioco di velocità, inclinazione e peso, cercando di irrorare il più possibile il pedone, che a sua volta avrà individuato il punto migliore per posizionarsi.
Nonostante questo impegno, la grande partecipazione di squadre casuali, una sorta jam session ondifera, che vede autisti concentrati sull’onda e pedoni che si piazzano nei punti giusti per accoglierla, senza accordo o allenamento tra loro, ha, nel tempo, aggiunto “l’accidentalità” ai parametri di valutazione ufficiali, riconoscendo di fatto la maggiore qualità delle performance offerte da tali squadre.

Insomma, quando a Genova piove, vale la pena assistere e magari partecipare alle entusiasmati olimpiadi locali e tutti viviamo con grande timore la minaccia di risistemazione del manto stradale e pedonale che, periodicamente, viene fatta ai cittadini.