E poi ci sono quelle sere in cui ceni con dei biscotti ai cereali, yogurt e miele, quelli coi fermenti vivi e le fibre, e li pucci nel tè verde deteinato che non ti fa benissimo ma almeno quello che hai ancora in casa vuoi finirlo, e provi ad accendere la televisione come se fosse una finestra sul mondo ma qualcuno deve averti girato la casa su una discarica che proprio non si può guardare, così chiudi la finestra sul mondo e provi a leggere un libro che ad ogni pagina che apri rovescia per terra spocchia e aggettivi e forse dovresti deciderti ad abbandonarlo nel limbo dei libri brutti, e pensi chissà se qualcuno lo farà coi tuoi, e ti senti un po' in colpa però non esageriamo, non riesci a leggerlo, se scrivi così fan bene ad abbandonare anche te, per carità, e poi inciampi in quei pensieri che non dovresti fare, non dopo due giorni chiusa in casa causa apocalisse, con quell'atmosfera strana, che a te quella solitudine piace, ci stai bene, la trovi morbida e accogliente, ma ci sono quelle sere in cui inciampi in quei pensieri e ti fai domande che è un po' una fregatura farsi, perchè poi ti tocca rispondere e anche se non sempre ce l'hai, la risposta, è già la domanda che un po' ti scarnifica e ti lascia coi nervi scoperti e le interiora senza protezione e alla fine nel cerchio più piccolo, quello circondato da altri cerchi, nel centro pieno del bersaglio, ci sei sempre tu che hai sbagliato qualcosa, da qualche parte, in un qualche momento, e non è mica facile capire cosa ma soprattutto non è affatto facile smettere di sbagliare perchè tornare indietro ormai lo sappiamo che non si può, ma il casino è andare avanti sapendo di aver le tasche piene di piccole mine e di poter saltare in aria in qualunque momento per tornare nel cerchio più piccolo nel centro pieno del bersaglio. E un po' sei stanca.

Poi il gatto ti porta la pallina da lanciargli, ti ricordi di avere ancora del cioccolato da qualche parte, qualcuno ti manda un sms che ti fa ridere e finisce che anche quella sera te ne vai a dormire respirando.