barbarafiorioVivo a Genova, dove sono nata il 1° novembre 1968. In quel momento mio padre mangiava polenta. Mia madre, no.
Formazione classica, studi universitari allo IED, un master in Marketing Communication, ho lavorato oltre un decennio nella promozione teatrale prima di fare moltissime altre cose, tipo la portavoce del presidente della Provincia di Genova, la problem solving a budget zero, la testimone di nozze o la scrittrice. Ho anche superato il 20° livello di My Muppet Show e sono diventata Imperatrice dei Muppet, titolo di cui vado molto fiera, ma la Disney ha chiuso la app del gioco il 9 gennaio 2015 (avevo completato i sei palcoscenici, circondato Mahna Mahna di galline perfettamente intonate e comprato un pupazzo di neve per il tetto, i ragazzi facevano dei concerti strepitosi. Sospetto che alla base di questa decisione ci sia una grande invidia).
Detto ciò, so anche essere una persona seria. Ma è meno divertente.
Tra le altre cose, sono consulente e docente di comunicazione e tengo laboratori di scrittura, ironica e narrativa, tra cui il Gruppo di Supporto Scrittori Pigri (GSSP), un laboratorio di tre mesi interamente online, giunto alla tredicesima edizione.

Ho due gatti, Brodo e Scintilla, faccio un ottimo salame dolce e brucio spesso i fagiolini perché me ne dimentico, sono ghiotta di cioccolato fondente, non bevo caffè, ascolto rock (senza capire una ceppa né di musica né di inglese, vado a istinto ma è un istinto preciso), ho una passione per Gaber, le serie tv e la tinta unita, lancio fulmini e secondo alcuni leggo nel pensiero, cosa che non confermo e che comunque, spesso, mi annoia.

Tra le cose stupide che ho fatto per amore: una vana attesa alle sei del mattino su un cavalcavia sotto una pioggia radioattiva; sopportare per 24 ore, nelle scarpe, la sabbia della spiaggia spagnola dove ero stata baciata da un ragazzo che non avrei rivisto mai più; conservare per venticinque anni il burro di cacao usato dal mio primo amore (anche se ammetto di averlo semplicemente dimenticato in una scatola riaperta solo dopo cinque lustri); salire su un aereo, attraversare tutta l’Italia per fare una sorpresa al fidanzato, disturbando lui e l’amante; fare l’animatrice nei villaggi turistici; giocare coi videogames e sparare ossessivamente a creature finte mentre in cucina si carbonizzava lo spezzatino; sposarmi; immolarmi in casta e inutile attesa per periodi variabili da svariati mesi ad annate intere; mangiare anguilla marinata; comprare cotton fioc in quantità industriale poco prima di essere lasciata dall’utilizzatore; stare zitta.

Tra le cose che mi piacciono di più (non tutte e non in ordine di importanza): la crema di cioccolato fondente della Caffarel e della Venchi, i gatti veri (non gli oggetti con gatti), i topi e i mustelidi, oziare, gli emiliani, l’ironia, il tartufo bianco, qualunque cucciolo di mammifero peloso, la pasta fresca, leggere, gli spot pubblicitari, le fiabe, la fontina, la mitologia, il burro salato, il teatro, Star Wars (i primi, quelli veri), le parole buffe, camminare con l’Ipod nelle orecchie, New York, ridere a crepapelle, parlare francese, ballare, Audrey Hepburn. E, ribadisco perché ci tengo, il cioccolato fondente, Giorgio Gaber, le serie tv e la tinta unita.

Tra i miei scrittori preferiti, in ordine totalmente casuale: Fedor Dostoevskij, William Shakespeare, Lewis Carroll, Michael Ende, Oscar Wilde, Matt Ruff, Jeffrey Eugenides, Stanley Elkin, Christopher Moore, Douglas Adams, Terry Pratchett, J.K. Rowling, Gabriele Romagnoli, Tonino Benacquista, Fredrik Backman, Stefano Massini.

Ho iniziato a pubblicare nel 2009 con un piccolo saggio ironico sulle fiabe classiche C’era una svolta (Eumeswil e, nel 2019, per il decennale, uscito per Morellini Editore in una nuova edizione corredata da illustrazioni originali e cinque nuovi testi) e poi sono andata avanti con i romanzi Chanel non fa scarpette di cristallo (Castelvecchi, 2011), Buona fortuna (Mondadori, 2013 – “Buena suerte”, ed. spagnola per Suma de letras, 2014) e “Qualcosa di vero” (Feltrinelli, 2015 – “Die wahren Märchen meines Lebens”, ed. tedesca per Thiele-Verlag, 2016), Vittoria (Feltrinelli, 2018) e La banda degli dei (Rizzoli, 2021 – Vincitore del Premio Selezione Bancarellino 2022).

Non amo particolarmente scrivere racconti ma l’ho fatto volentieri per Einaudi (con “La gattara” per l’antologia “Gatti – I racconti più belli”, 2015), per Morellini (con “Noi eravamo quelli che” per l’antologia “Genova d’autore”, 2017, e “Era ora” per l’antologia “Lettere al padre”, 2020), per “Il Canneto” (con “Laura e Carlo” per l’antologia “Il ponte”, a sostegno della Valpolcevera dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, 2018) e per Genova Capitale della cultura d’impresa 2019 (con “Quaranta chili di insalata “sull’Acquario di Genova per l’antologia Chiamami impresa realizzata da Contatti in edizione limitata).

Buona fortuna è stato selezionato, nel 2015, da Adaptlab Torino/Torino Film Festival del Museo Nazionale del cinema di Torino e La banda degli dei ha vinto il Premio Selezione Bancarellino 2022.