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Scrittori Pigri

Il Gruppo di Supporto Scrittori Pigri (GSSP), nato nel 2014, è un laboratorio online di scrittura narrativa della durata di tre mesi durante il quale i partecipanti lavorano sulle tecniche narrative con esercitazioni settimanali o sui propri romanzi tramite una piattaforma condivisa e protetta da password (un forum riservato agli iscritti, senza video o microfoni).
È pensato per chi vuole mettersi alla prova con la scrittura narrativa, per chi cerca la propria voce o per chi ha bisogno di uno sprone per scrivere qualcosa ogni settimana sapendo, anche, di poter contare su un confronto costante con le docenti e con gli altri iscritti con spirito di collaborazione.
Lo si può frequentare ovunque si sia, in qualsiasi giorno e orario per tutta la durata del laboratorio perché si svolge su un forum online riservato agli iscritti e accessibile sempre (per tre mesi).
Il laboratorio è asincrono, senza appuntamenti online in tempo reale, e questo consente di non perdere nulla.
Maggiori info sul sito.

 

Dall’esperienza di questi laboratori sono nati progetti, collaborazioni, amicizie, idee e sono stati consumati parecchi pranzi e cene. Di fatto, è nata e continua ad arricchirsi una comunità spontanea di persone variegate e geograficamente sparse ma accomunate dalle stesse passioni e da un percorso dove hanno dovuto e saputo mettersi in discussione e confrontarsi in modo costruttivo e senza competizione.
Con questo spirito è nato “Un altro ballo ancora” un romanzo collettivo scritto da 26 Scrittori Pigri di vari GSSP, Alice Basso e Barbara Fiorio, che ha ideato e coordinato il progetto, e che è stato pubblicato da Garzanti nel 2023.
Nella sezione del Romanzo Pigro trovate la scheda del libro e una sintesi del progetto.

 

Negli anni, diversi Scrittori Pigri hanno portato a temine le storie nate nei laboratori o messo a frutto il lavoro fatto sulla propria scrittura, ottenendo vittorie in importanti premi letterari o la pubblicazione dei loro romanzi, che oggi potete trovare in libreria.
Nella sezione Scrittori Pigri in libreria scoprite le loro pubblicazioni.

Il Gruppo di Supporto Scrittori Pigri (GSSP), nato nel 2014, è un laboratorio online di scrittura narrativa della durata di tre mesi durante il quale i partecipanti lavorano sulle tecniche narrative con esercitazioni settimanali o sui propri romanzi tramite una piattaforma condivisa e protetta da password.
Consideratela una palestra per scrittori, dove ci si allena ogni settimana, ci si mette alla prova con la scrittura narrativa e si può contare sul confronto costante con le docenti e gli altri iscritti, senza alcun senso di competizione.
Lo si può frequentare da ovunque, in qualsiasi giorno e orario per tutta la durata del laboratorio perché si svolge su un forum online riservato agli iscritti e sempre accessibile.
Il laboratorio è asincrono, senza appuntamenti online in tempo reale, e questo consente di non perdere nulla.
Età suggerita: 16-70.
Padronanza tecnologica necessaria: base (è sufficiente un po’ di familiarità con l’uso del computer, di internet e dei programmi di scrittura).

Gli italiani sono innamorati del mare cristallino della Sardegna e delle sue pinete odorose. Tra loro, anche i veronesi Zanetto che, ogni anno, raggiungono il Camping Village La Baia a bordo di un mastodontico camper attrezzato per succulente grigliate. Sarebbe tutto perfetto, se non avessero come vicini quei rompiscatole dei Castelli, milanesi ossessionati dal becchime che chiamano pasto e con la fissa per la differenziata.

 

Bio
Gli Scrittori Pigri nascono con molta calma in diverse regioni italiane, partendo da Genova e muovendosi placidamente per mare e per monti su mezza nazione, isole comprese.
Hanno, giorno più, giorno meno, quarantasei anni per ventotto col resto di otto e possono essere artisti e correttori di bozze, impiegati e traduttori, farmacisti e assicuratori, vivaisti e artigiani, commercianti e sindacalisti, ricercatori e fotografi. A seconda dell’orario e di dove vi trovate voi.
Godono della compagnia di trentun gatti, otto cani, una tartaruga, un pesce rosso e soprattutto un ghiro e sono così pigri che per scrivere un romanzo ci hanno messo diciassette mesi scrivendo un capitolo a testa. In contemporanea.
Dormono parecchio, mangiano tantissimo, bevono di più e hanno moltissime passioni, specie quelle che si possono seguire stando sul divano (come guardare serie tv, fare l’uncinetto, leggere libri, ascoltare musica, assaggiare vini e liquori pregiati e, se non si è troppo pigri, anche altre cose, ma chiudete la porta).
Hanno inoltre la bizzarra abitudine di chiudersi periodicamente in un forum online per tre mesi – sotto la guida di una Capobranco un po’ meno pigra di loro (perché almeno una ci vuole) – dove, come Gruppo di Supporto Scrittori Pigri, partecipano a un laboratorio di scrittura narrativa. Senza alzarsi dal divano, va da sé.
Questo è il loro primo romanzo e, conoscendoli, potrebbe restare un’opera unica.

Autori: Scrittori Pigri
Editore: Garzanti
Pagine: 250
Uscita: 11 luglio 2023

Questo romanzo è nato tra il 5 e il 7 aprile 2019 al Canto del Maggio, un Bed&Breakfast a Terranuova Bracciolini, nel Valdarno, dove ero capitata un paio d’anni prima in una nevosa serata di dicembre, e di cui mi ero innamorata.
Dopo nove edizioni che si concludevano sempre con la richiesta di fare ancora qualcosa insieme, ho prenotato tutto il B&B e avvisato gli Scrittori Pigri di ogni edizione.
Ventisei posti e una sola condizione: aver finito almeno un GSSP.
Perché averlo fatto significava conoscere già un metodo di lavoro basato sulla fiducia, sulla condivisione e sul confronto, aver già imparato a mettere in discussione il proprio testo e le proprie idee e aver già lavorato con me sulla scrittura.
Quasi nessuno dei ventisei Scrittori Pigri autori e autrici di “Un altro ballo ancora” si conosceva. Molti non li conoscevo nemmeno io. Eppure tutti, in un modo virtuale ma non meno vero, ci conoscevamo.
Uso il maschile inclusivo perché Scrittori Pigri è l’ormai conclamato nome del collettivo, ma è giusto dire che le Scrittrici Pigre sono in netta maggioranza. Però ci diverte moltissimo essere il collettivo Scrittori Pigri. Wu Ming era già preso.
Insomma, in tre giorni i posti erano esauriti e Simona Quirini, la titolare del Canto del Maggio, aveva raccolto le nostre strampalate prenotazioni rigorosamente con i nickname.
Io, intanto, non avevo ancora deciso cosa fargli fare. Ma se dovevo fare qualcosa di diverso dal solito, volevo che fosse qualcosa di folle.
“Scriveremo un romanzo” ho detto quel venerdì sera in Toscana.
E tutto il ciacolare delle prime ore insieme scambiandosi le specialità portate da casa, dalla focaccia ai tarallucci, dalle seadas alla sbrisolona, dal parmigiano al raschera, dal Nebbiolo alla grappa, si è spento in un silenzio totale, perfetto, quasi solido.
“Un capitolo a testa. E saremo dei vostri anche io e Alice Basso.”
Ancora silenzio.
“Tanto, che abbiamo da perdere?” ho detto alzando le spalle e scoppiando a ridere. “Troviamo la storia da raccontare, forza”.
L’incredulità e il panico hanno pian piano lasciato il posto all’entusiasmo.
Ed è iniziato quello che loro hanno chiamato Laborafiorio, finito oltre nove mesi dopo.

 

Il primo lavoro di gruppo è stato inventarsi una storia: cinque gruppi, mezz’ora di tempo per avere un’idea da proporre e da mettere ai voti e poi, finalmente, la prima cena tutti insieme.
Il giorno dopo lo abbiamo dedicato a discutere dei punti chiave della trama scelta e poi a fare altri lavori di gruppo per costruire e definire le famiglie Castelli e Zanetto, la parte ambientata nel 1959, l’ambientazione in Sardegna e gli eventi necessari per portare avanti la storia, dai più buffi ai più romantici.
Ogni elemento proposto è stato discusso tra tutti, i dettagli selezionati, sfrondati o arricchiti, giocandoci anche “la telefonata a casa” con Alice in vivavoce.
Cominciavamo a vedere la trama.
A quel punto, gli ho fatto prendere confidenza con i personaggi: era il momento di scrivere e di sperimentare la scrittura provvisoria, quella che quasi certamente non finirà nel libro ma che serve per iniziare a dare corpo e vita a un romanzo. A sentirlo.
Ognuno ha scritto scene diverse, estrapolate dalle tante idee che avevamo messo sul tavolo e salvato. Le abbiamo lette, commentate e ci abbiamo ragionato su fino alla certezza di avere una storia che funzionasse. A quel punto si trattava solo di darle la forma definitiva.
Solo.

 

La domenica pomeriggio siamo ripartiti storditi e travolti da quello che avevamo fatto e che avremmo ancora dovuto fare. Felici.
Google Drive ha preso il posto del Canto del Maggio, ma con meno cibo, e nelle settimane successive abbiamo creato le schede dei personaggi (se volete immaginare Gilberto, pensate a Jon Hamm più magro e brizzolato e con barba e occhiali) e messo a punto la sinossi completa che poi io e Alice abbiamo diviso in ventotto capitoli, preparando una scaletta con gli elementi principali.
A fine aprile a ognuno sono stati assegnati un capitolo e due settimane per scriverlo, in contemporanea, senza aver letto né quelli prima né quelli dopo. Peggio di un appuntamento al buio.
Il giorno della consegna, vedere il file sul drive dove pian piano spuntavano l’Otto, il Dodici, il Ventitré dando forma al romanzo è stata un’emozione fortissima.
Stavamo davvero scrivendo un libro tutti insieme. Increduli e fierissimi.
A metà maggio la prima bozza era pronta. Fragola e Tanit, correttrici di bozze, hanno ripulito il testo in una settimana per permettere a me e ad Alice di lavorare meglio all’editing.
Nei mesi successivi abbiamo fatto due giri di editing, il primo io e Alice, per poi rilanciare la palla ai Pigri, mentre per il secondo abbiamo coinvolto anche Patrizia Carrozza, una Scrittrice Pigra editor free lance che non sapeva ancora nulla del progetto. Ci servivano due occhi puliti.
Le note di editing, in tutto, sono state tantissime. Una valanga di indicazioni, correzioni, precisazioni, consigli.
Dallo spiegare il confine tra una scena divertente e una troppo grottesca ai dettagli del camper degli Zanetto, dalle parolacce usate da Monica quando nessuno la sente alle parole che Cinzia storpia lungo il romanzo, da come far chiamare Gilberto dai vari personaggi a chi si dà del tu o del lei.
Ci siamo accorte che ogni tentativo di Monica di fare il suo saluto al sole veniva ostacolato da qualcosa: non era voluto ma era molto divertente e lo abbiamo tenuto, considerandolo un piccolo tormentone. Però le abbiamo ridotto a quattro le quindici diverse posizioni di yoga con cui tentava di iniziare la giornata.
Al cane degli Zanetto erano state date varie dimensioni, vari soprannomi e vari modi di abbaiare. Ma lui è un bulldog francese, è di taglia piccola, si chiama Cesare Augusto, spesso lo chiamano Ciccio e quando abbaia fa Wah, wah, wah! Era il caso di precisarlo.
Lena è stata descritta in dodici capitoli e in sette ha fatto colazione, bevendo tè col limone, caffè, latte, succhi di frutta e accompagnando le bevande con burro e fette biscottate, marmellata, biscotti e persino merendine industriali. Per il bene della sua salute e della sua linea, le abbiamo concesso giusto un caffè e qualche biscotto, e in meno capitoli.
L’ho anche salvata da una possibile cirrosi epatica, dato che tredici autori le avevano messo in mano una bottiglia di Amaro Montenegro e quasi tutti glielo avevano fatto bere: da concedersi un amaro ogni tanto all’essere un’alcolista era questione di editing (ho inoltre vietato di farla chiamare principessa, dolcezza, nonnetta, la bella nonnina, la dolce signora o altri nomignoli che le erano stati affibbiati).
Ai prevedibili problemi di coerenza si è aggiunto un corposo lavoro per rafforzare il testo e risolvere le inevitabili debolezze di alcuni capitoli mantenendo la voce di ogni autrice e ogni autore.
“Non siate solo ventisei autori, cercate di essere ventisei neuroni dello stesso autore” gli ho chiesto.
Poi, l’ultima rilettura da parte di tutti, ancora qualche aggiustamento, il titolo, la dedica.
Si è chiamato “Arrivano i nonni”, “Due sfumature di grigio” e infine “Un altro ballo ancora” ma per noi è sempre stato il Romanzo Pigro.
A gennaio 2020 lo abbiamo dichiarato finito. Bene, e a quel punto?

 

A quel punto, abbiamo deciso di osare. Ma è iniziato il lockdown e il mondo ha tirato il freno a mano, allungando un po’ i tempi.
Il primo passo era trovare un’agente letteraria. Su suggerimento di Alice, ho mandato l’inedito a Claire Sabatié-Garat Lotti della The Italian Literary Agency e lei ha deciso di rappresentarci.
Poi Garzanti ha deciso di pubblicarlo.
In mezzo, una pandemia ci ha insegnato il valore dell’attesa e della pazienza (balle: stavamo sulle braci come una grigliata degli Zanetto ma ci raccontiamo che aspettare quiescenti ci ha resi più saggi e maturi).
Poi sono arrivate le note di editing da Letizia Moroni: l’ultimo passaggio sul testo prima di andare in stampa. A ruota: il titolo, la copertina, la data di uscita, le bio, l’agitazione nella chat di gruppo, le risate, i brindisi, l’ansia, chi ha cominciato a chiedere ferie per il Pigro Tour, chi a informarsi su come affittare un Pigro Bus.
E ora siamo in libreria.
CapoB, questo laboratorio Pigro di un fine settimana ci è piaciuto moltissimo, per quanto tu abbia un concetto tutto tuo di fine settimana.

 

Pochi giorni prima di quel memorabile weekend di aprile, una nostra amica e Scrittrice Pigra, Daniela Quartu, se ne è andata a esplorare altre dimensioni. Per tenerla ancora un po’ con noi, le dedichiamo questo romanzo e, in onore delle battaglie sociali a lei care, devolveremo i futuri diritti d’autore a un centro antiviolenza di Genova, il Mascherona.

 

Scrivere un romanzo a 56 mani e 28 teste poteva scatenare scintille e incendi. Invece no. Mai. Perché nel GSSP avevamo già imparato a lavorare insieme, a rispettarci, a fidarci, a costruire. E anche a ridere, scherzare, giocare, bere, mangiare e stare bene tra noi.
Se siamo arrivati fin qui è grazie a tutto il gruppo.
Da parte di tutti noi, grazie di cuore alle persone nominate in queste righe.
Da parte mia, grazie, in ordine di capitolo, a Fragola, Nettuno, Sguaraus, Tino Arabrano, Lazylady, Muffapiperita, La Valigia, Applepie, Eremita, Fornelli Bruciati, Regina, Arthur, Guito, Nuvola, Emma, Aftur, Topgirl81, Olenz, Ipa, Tanit, Filogio, Sole, Mezzaluna, Milcho21, Kirmizi, Yeeshaval per esservi (af)fidati.
E ovviamente ad Alice Basso che mi segue in queste follie con lo stesso entusiasmo con cui io gliele propongo.
Barbara Fiorio

 

*nessun gattino è mai stato maltrattato nei GSSP (il forum è una colonia felina virtuale). E se Alice vede un gattino e del mascarpone vi assicuro che gioca con il primo e divora il secondo, non il contrario.

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