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Certo che sono andata a vedere Rapunzel!
Resto sempre la paladina delle versioni originali delle fiabe ma non per questo mi privo di un paio d'ore di divertito relax.
E' un classico Disney, di quelli perfetti per una fredda sera di dicembre senza velleità cultural-filosofiche.
Della fiaba orginale si salvano: la fanciulla giovane, ingenua e bellissima chiusa nella torre senza porta, i suoi lunghi capelli dorati antesignani dell'ascensore, le sue lacrime salvifiche, Madame Gothel e il protagonista maschile inutile.
Tutto il resto è inventato dallo staff Disney, ma ci sta.
Che il principe azzurro sia narciso, belloccio, egoriferito e incapace di risolvere qualunque problema, tanto da aver bisogno di un cavallo decisamente più sveglio di lui, mi è piaciuto. E' in pieno spirito fiabesco.
Ovviamente mi sono innamorata, come tutti, del camaleonte Pascal e del cancavallo Max, i due animali coprotagonisti su cui, tipicamente, la Disney punta per le scene migliori e per il più efficace merchandising. Ci sanno fare, ragazzi, ci sanno fare (mi aspetto un tripudio di insopportabili pupazzetti che riempiranno case e automobili fino al prossimo film).
Merita il grande schermo per i disegni e gli effetti visivi (il 3D ha senso giusto nella notte delle lanterne, continuo a pensare che se ne possa fare a meno); pessimo doppiaggio as usual (chissenefrega dei nomi famosi, fate un doppiaggio decente, please, ne siete capaci); troppo palese l'intento "facciamolo pensando già alla rappresentazione teatrale da mettere in scena a Disneyland e da portare in tournèe"; lei candida come una micosi ma simpatica, sveglia e curiosa; certe sfumature tra il trash e il grottesco mi hanno lasciata un po' perplessa; strepitosa la scena dell'uscita di Raperonzolo dalla torre e dell'avvicendarsi dei suoi conflitti interiori; lietissimo fine assicurato (compresa la nuova acconciatura di lei).
E visto che Andrea mi aveva detto che Madame Gothel è spiccicata me, vi lascio con un assaggio della bella opinione che i miei amici hanno di me.

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