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E' cominciato con Ludovico Einaudi.
No, mi correggo, è cominciato un pomeriggio di metà agosto nello studio di Sara. Ero seduta su uno sgabello, con una maglia nera e lei che mi diceva Vorrei la tristezza, la nostalgia, pensa a qualcosa che ti manca e metteva in sottofondo una play list di Ludovico Einaudi.

E boh, è stato naturale lasciare che si affacciasse qualcosa di simile ai dolori a cui si resta affezionati, alla malinconia ma anche alla dolcezza, alla tenerezza a volte soffocata, ai sogni, ai desideri, ai ricordi, alle varie me stesse che girano per le giornate e guardano il mondo con occhi diversi a seconda dell'umore o di cosa indossano, che annusano l'aria e i cibi prima di mangiarli, che proteggono vuoti per non riempirli di cose sbagliate.

E' cominciato così. Semplicemente. Un bisogno nuovo.
Da una play list di Ludovico Einaudi e dalla voglia di riascoltarla e poi di cercare altro simile addentrandomi in un mondo che proprio ignoro.
Certo, potevo partire dai nomi più noti: Mozart, Bach, Beethoven, Chopin, Brahms, Tchaikovsky, che so.
Invece sono partita da quello che conosco: i film e le serie televisive.
In questa mia bislacca ricerca sto usando come unico criterio le sensazioni: inciampo in qualcosa che mi piace, lo inseguo e faccio in modo di raggiungerlo in qualche modo.
Sento il bisogno del suono del pianoforte.
E' una sensazione nuova, curiosa, soprendente.
E' musica che mi emoziona, mi alleggerisce e mi fa stare bene.

E ho scoperto che anche il Cioccogatto la adora per cui non è raro che il Danno Permanente passi e ci trovi acciambellati da qualche parte, a occhi socchiusi e con un leggero sorriso sereno, concentrati su una musica che mai prima d'ora si era sentita in casa mia.

In questo momento come in questi giorni la mia colonna sonora è questo pezzo ma sento che mi appartiene molto anche questo.

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