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Ogni volta che arrivo a milano respiro adrenalina, opportunità, ricordi, stimoli nuovi e amici.
Riaffiora la milanese occasionale che sono stata per qualche anno e ritrovo quel senso di novità, di creatività, di cosmopolitanità di cui ogni tanto sento il bisogno, anche se dopo 24 ore la genovese che è in me riprende il sopravvento e il lato mare mi richiama come una calamita. Ma torno a casa sempre ricaricata (in confidenza, a volte mi sento come un tacchino con le ali di un’aquila o come un’aquila cresciuta in un’aia. Una creatura strampalata, comunque).

A farmi gettare in una borsa un cambio al volo, saltare sul primo treno e catapultarmi in piazza cinque giornate è stata la IED Reunion 1990-2010.
Non aver fatto un’università tradizionale garantisce rimpatriate all’insegna della follia anche dopo vent’anni.
Si stavano organizzando da mesi, i ragazzi. Solo che si stavano organizzando su facebook, senza accorgersi che io, da mesi, non sono più in quella Sodoma&Gomorra. Ma non si erano persi d’animo: avevano cercato un’altra Barbara Fiorio, scelto quella che dalle foto sembrava la più carina, ed ecco risolto il problema.
Più o meno.
Per fortuna la Ferri, in un eccesso di entusiasmo, ha usato un canale più tradizionale come l’email per dirmi Allora, ci vediamo domani? a cui è seguita la telefonata in ufficio di Barbara
Mi aveva detto Paola che ti avrebbe chiamata! e il Tama su skype che mi annuncia di avere tutte le intenzioni di passare la serata a baciarmi.
La mia omonima non sarebbe mai stata pronta a tutto questo, nessuno lo è.
Una rapida letta alla mia agenda, niente di irrecuperabile, quindi cambio repentino di programma e si va.

La scelta di vederci di venerdì 17 non era stata dettata da spregio alla superstizione, bensì dall’annuncio della presenza a milano di uno dei nostri excompagni più lontani che all’ultimo ha tirato il pacco, trasformandosi così nel tema della serata.
Per ognuno di noi la Panzeri ha preparato un cartonato con un primo piano di Temadellafesta che potevamo usare, indifferentemente, come maschera per foto di gruppo, come ventaglio, come soggetto per foto panoramiche a mo' del nanetto da giardino di Amelie e qualsiasi altra cosa ci suggerisse la fantasia.
E di cose ce ne ha suggerite parecchie, ve l’assicuro.
Va da sé l’immediato inserimento di ogni foto su facebook con imprescindibile tag al Temadellafesta.
Non deve aver passato una bella serata, lui.

E ora via coi ringraziamenti.

Grazie

- alla Panzeri che ha organizzato, coordinato, telefonato, incoraggiato, sollecitato tutti e creato l’immagine coordinata della rimpatriata con tanto di spillette commemorative

- al tipo del Globe che con grande professionalità è riuscito a trattenersi dall’esprimere cosa pensava di un gruppo di ultraquarantenni in pieno mood universitario che spuntano candidi di venerdì sera chiedendo un tavolo per nove senza aver prenotato (e no, Silvia, non è stato "così gentile", quando col sorriso tirato dalla tensione ci ha schiaffato in mano il biglietto da visita dicendo La prossima volta magari chiamate, credimi. Ma ce lo meritavamo)

- al cameriere del Globe a cui, una volta preso possesso dell’unico tavolo libero, abbiamo comunicato che però volevamo cenare, non prendere l’aperitivo, agitando tutto il personale di sala per trovarci un tavolo nella zona ristorante, salvo poi dire che Mh preferivamo la terrazza - Ah è tutto occupato lì? - Eh ma noi volevamo la terrazza - Mh e com’è il tavolo che ci avete preparato? - Possiamo venire a vederlo e poi decidere? (sopralluogo di due portavoce del gruppo) Grazie, abbiamo cambiato idea, restiamo qui. Ecco: grazie e scusate scusate scusate.

- allo stesso cameriere del Globe che, stremato dai nostri simpatici cambi di idee, ha dovuto poi dedicare almeno un quarto d’ora per prendere le ordinazioni più indecise della storia. Quando ha detto Ragazzi, o mi lasciate tornare al lavoro o mi assumete abbiamo capito il sottile messaggio. Perché sembriamo deficienti …

- A coloro che sono usciti dall’ascensore trovandoci schierati con la maschera del Temadellafesta davanti alla faccia: scusate, aspettavamo la Molinari

- al giovane cameriere che ci è stato assegnato successivamente, che si divertiva un mucchio con noi, che ha corteggiato tutti i maschi del gruppo e che da ora in poi volentieri chiameremo Sciocchina come da sua precisa richiesta

- alla Betta Villa a cui, da ieri sera, deve il nome una significativa parte di me…

E infine, fuor di serata, grazie a Fabri che, avvertito all’ultimo momento, mi ha ospitato per la notte: stamattina ho usato la tua crema dopobarba, non posso credere che tu non ne abbia una antirughe! Ora so cosa regalarti a natale.

Ps
Chiedo scusa a tutti gli altri amici milanesi: tu, tu e tu ci sentiamo la prossima volta, promesso; tu scrivimi più spesso e vienimi a trovare; te ti aspetto a data convenuta; tu, tu e tu si era detto di fare serata genovese o no?, tu lo so, sono anche passata vicino alla libreria, ma davvero avevo il tempo centellinato, perdonami e a tutti gli altri, davvero, torno presto.

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