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Auto o treno? Treno o auto?
Il buon senso suggerisce di prendere il treno. Sempre. Non perchè i treni siano nell'elenco dei posti migliori dove passare qualche amena ora di trastullo, ma perchè si evita di inquinare la strada con i nostri tubi di scappamento, perchè si risparmia, perchè non si rischia di finire accartocciati a causa di nebbia/neve/asfalto scivoloso/imbecilli rombanti/colpi di sonno/etc e perchè non ci si stanca.
Quindi prendo l'auto. Ovvio, no?

Ok, la mia opinabile logica ha valide argomentazioni in propria difesa: per imprescrutabili motivi che tuttora mi lasciano sbigottita, non esistono (ancora) treni diretti Fiorio-Dovevuolearrivarelafiorio e ritorno ma, al contrario, complicati percorsi a ostacoli fatti di impossibili coincidenze (6 minuti ad Alessandria AH AH AH AH AH) e orari scomodissimi.
Inoltre a me piace guidare e siccome durante la settimana mi muovo in treno e autobus, la maggior parte delle volte, se mi viene garantita l'assenza di nebbia, guido volentieri.
Guido e ascolto musica a tutto volume. YEAH
C'è un problema: mi terrorizza guidare sotto la pioggia e al buio vedo malissimo.
Ma la pioggerellina è antinebbia e io partirò e tornerò con la luce, quindi cippalippa vado in auto.

Per cui, al momento, sono qui, in casa.
Ho già messo le lenzuola pulite alla stanza degli ospiti che venerdì accoglierà Morozzi (ou, ve lo ricordate, vero, che venerdì 20 novembre alla Fnac di Genova alle 18 Gianluca Morozzi mi presenterà e io presenterò C'era una svolta e C'era una svolta presenterà Sara Lando e via dicendo nel trenino dell'ammmmore delle presentazioni).
Ho già steso il bucato arancione e ora sta andando il bucato bianco.
Ho già rifatto il mio letto.
Ho già scaricato le ultime puntate di Grey's Anatomy (sesta serie). Ma forse questo non dovevo dirlo. Vabbè, ormai l'ho detto.
Ho già avvisato Silvia che arriverò in macchina.
Ho poi passato cinque minuti buoni a convincerla che preferisco DAVVERO così e che non deve venirmi a prendere di qua o di là.
E ora sto facendo colazione.
Yogurt Activia alla ciliegia (roba sana) e un piccolo bounty trovato rovistando nella dispensa (roba schifida).
In tutto questo, non ho studiato.
Perchè sappiate, miei perfidi nell'animo, che ogni presentazione è un po' come un'interrogazione. Soprattutto da quando mi hanno chiesto per quale motivo Andersen sia andato a Sestri Levante (ps: Andersen venne in Italia diverse volte e girò moltissimo, Sestri Levante era una delle mete più amate. Approfondirò la questione, comunque).
Ora.
Io amo le fiabe. E questo lo sappiamo. Sono un'appassionata, d'accordo.
Ma, per giuste o ovvie ragioni, non ho una cattedra in fiabistica e favolistica classica in qualche facoltà universitaria.
Se però qualcuno vuole sapere quale fiaba raccontavo a 4 anni a una neonata francese, e soprattutto come la raccontavo, sono pronta a rispondere.

Ci vediamo stasera all'Ippogrifo a Castel San Giovanni!

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