Ero piccola quando mia mamma mi portava al Manicomio di Quarto a vedere gli spettacoli del Teatro della Tosse, ospitato lì in attesa di uno spazio più adatto.
Vado a teatro coi matti, dicevo priva di malizia ma anzi col candore del bambino che non percepisce il “diverso” come una minaccia o qualcosa su cui soffermarsi particolarmente. Semplicemente, andavo a teatro coi matti e a volte qualcuno di loro era seduto accanto a me e la loro gioia nel vedere lo spettacolo era contagiosa, così tanto da far squillare dal ridere matti e bambini, mentre gli adulti vedevano sfumare il pathos di scene talvolta anche drammatiche e se ne facevano una ragione.

Non si dice matti, lo so, ma lo dicevo, perchè da piccola non andava ancora di moda il politically correct e le cose si chiamavano col loro nome naturale. Quello che si usa in casa per parlar senza fisime.

Sapevo poco di loro, sapevo che erano poveri e vivevano lì perchè non avevano altro posto dove andare, sapevo che erano molto soli e che qualsiasi piccola attenzione da parte della gente normale era per loro un regalo prezioso, sapevo che tanti di loro non erano mica matti quando li avevano messi lì dentro, ma lo erano diventati restandoci. Sapevo che la maggior parte era stata portata lì da piccola, perchè magari qualcuno di loro era un terzo figlio indesiderato o una bambina fisicamente difettosa e quindi impossibile da sposare. Sapevo che alcuni erano stati portati lì da grandi, perchè le famiglie non li volevano o perchè erano ricchi ma i parenti non volevano dividere con loro l’eredità. Sapevo che lì dentro c’erano poeti, pittori e vecchi saggi.
Sapevo che su molti di loro venivano fatti esperimenti, che venivano tenuti legati, isolati, costretti in vasche piene di ghiaccio, calmati con le scosse elettriche o anche lobotomizzati.

Tutto questo per una bambina era affascinante come una fiaba gotica e solo da adulta mi sono resa conto di ciò che sapevo, di ciò che significava veramente.
Ed è da adulta che ci son tornata. Coi miei ricordi e la mia macchina fotografica.