La Fra è una grande narratrice e finalmente ho avuto i succosi dettagli della storia del Ringraziamento.
In un anno intorno al 1600 un gruppo di pellegrini incapaci di fare alcunchè ma molto fiduciosi in Dio si è imbarcato per l'America ed è stato dimezzato da tempeste, epidemie, fame e altre volontà divine. Quelli sopravvissuti non sapevano procurarsi il cibo e conservarlo, coltivare la terra, curarsi, niente di niente. Ma avevano TANTA fede in Dio.
I nativi locali, detti indiani, che li vedevano totalmente inetti alla sopravvivenza, ebbero pietà di loro e gli insegnarono come cavarsela, in attesa che il loro Dio gli facesse piovere dal cielo cup cakes e tacchini ripieni. Per ringraziarli, i pellegrini (che a pancia piena divennero i Padri Fondatori) li invitarono a cena.
Da allora, ogni ultimo giovedì di novembre, l'America ringrazia (i nativi locali, detti indiani, meno).
Alle sette eravamo pronte per
uscire e soddisfatte divoratrici di tre cup cakes del Ringraziamento astutamente acquistate la sera prima da Magnolia Bakery.Ho compreso la preoccupazione di Francesca quando siamo arrivate sulla Central Park West e abbiamo trovato gente sul marciapiede, ancora avvolta nelle coperte. Avevano passato la notte lì per avere i posti migliori e questo ha fatto fatto slittare al secondo posto le persone vestite da tacchino o con cappelli di peluche a forma di tacchino al forno.
La parola d'ordine è believe, e loro believano tantissimo.
Alle otto eravamo posizionate in piedi e in quarta fila, minacciate da una bambina che girava con una fetta di pane spalmata di morbido formaggio bianco e che non aveva alcuna voglia di mangiare.
La parata, che parte alle 9 dal Museo di Storia Naturale e si chiude a mezzogiorno davanti a Macy, è arrivata alla nostra altezza verso le dieci e per un'ora hanno sfilato palloni, majorettes, bande e carri con vip di quelli "ne avessi riconosciuto uno".
Era l'85° parata del Thanksgiving, da 85 anni Macy la offre a New York e all'America, da 85 anni gli americani arrivano da ovunque per vederla, partecipando con l'entusiasmo di un gruppo di bimbi a uno spettacolo di burattini. Ma non fraintendetemi: non li sto prendendo in giro, anzi, la sincerità con cui partecipano e si divertono non va sottovalutata. Nè va sottovalutato il senso di appartenenza che eventi come questo stimolano e rafforzano. Un senso che a noi manca.
Loro celebrano continuamente qualcosa e si sentono costantemente orgogliosi e uniti.
Believe.
La parata comincia con le stelle di Macy, il tacchino, i grandi classici come Kermit, Snoopy, Hello Kitty, poi i personaggi di cartoni animati o film, i simboli come le palle da baseball o football, nel mezzo majorettes e bande di college e via dicendo. Si chiude con tre elfi provvisti di nomi che non ricordo e Santa Claus con Mrs. Claus (già, è sposato!). Niente Coca Cola e Star Wars.
Applausi e tripudi per tutti.
All'una pranzavamo da Isabella's. Pranzo tipico del Ringraziamento con tacchino ripieno, purè di zucca, salsa di mirtilli, carote e fagiolini e apple pie come chiusura dolce. Abbiamo ringraziato moltissimo.
E dopo una lunga passeggiata in Central Park abbiamo seguito il consiglio di due vecchietti che solitamente stanno su un palchetto: "Se volete vedere i Muppet per il Thanksgiving andate al cinema." - "Certo, non vorrete averli a casa vostra!"
E questo appuntamento ha reso perfetta la nostra giornata.
Poi serata da donne di mondo: doccia, pigiama, smalto, chiacchiere e cartoni animati in tv che al Thanksgiving sono tutti dedicati alla giornata.
E a letto alle nove che domani è il black friday.
Happy Thanksgiving!
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