Nelle fiabe gli adulti stonano
Nelle fiabe gli adulti, quando non sono totalmente inaffidabili, sono dei bastardi. Il senso di paternità è pressoché nullo, quello di maternità rarissimo; i Principi sono smidollati senza nome; le fanciulle devono aguzzare l'ingegno per non subire patimenti d'ogni sorta; le fate - quando ci sono - sono casiniste; i bambini vengono spesso abbandonati nei boschi; gli orchi finiscono sempre malissimo e per fortuna ci sono gli animali, o altre creature non umane, che si attrezzano per rendere la fiaba degna di narrazione.
Il Vissero-Felici-E-Contenti è totalmente opinabile e i Per-Sempre valgono solo se volti pagina e non torni indietro a ripensarci.
Nessuna incertezza. Bianco o nero. Confini definiti.
Bandite da ogni regno fatato viscidezze e ambiguità.
Pena la morte per atroce incantesimo.
C'è purezza bidimensionale per chi non è ancora nel mondo degli impuri.
Le fiabe non sono quel barattolo di stucchevole melassa politicamente corretta che Disney o i comitati di genitori vorrebbero propinarci.
Le fiabe sono spietate, come la vita e come i bambini.
E io sto per raccontarvene un mucchio.
Di quelle vere.
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