CasaIo ho il mio vecchietto preferito. Non lo sa nessuno, nemmeno lui, ma da anni lo incrocio nella mia via e sono contenta perché, d’istinto, so che è simpatico. Lo so così, dallo sguardo, dal sorriso, perché ha la luce delle persone pulite.
Ce ne sono altri, di vecchietti che incrocio nella via, e non sembrano male neanche loro, ma lui è il mio preferito. Io, a lui, voglio un po’ di bene.

Lo vedo quando esce per andare giù verso le spiagge, o il supermercato, o l’edicola – non so esattamente dove vada, non è che lo abbia mai seguito, non esageriamo -, lo vedo quando rientra a casa e quando si ferma a chiacchierare con qualcuno.
Da anni. E per anni intendo almeno una quindicina.
Bene, l’anno scorso ho preso coraggio e da allora, ogni volta che lo incrocio, gli sorrido in segno di saluto. Quei sorrisi che vogliono dire Salve, noi ci conosciamo, siamo della stessa via, buona giornata! Quei sorrisi lì.
E lui ricambia.

Un mese fa, mentre stendevo sul balcone, da cui vedo il portone del suo palazzo, ho osato tantissimo: lui era lì, in piedi, e siccome ha per caso alzato lo sguardo verso di me, io non solo gli ho sorriso, ma ho anche fatto ciao con la mano e urlato “Salve!”.
E lui ha ricambiato.
Forse un giorno, mi sono detta, magari entro quest’anno, o entro la primavera prossima, mi fermerò addirittura a parlare con lui. Potrei, per esempio, dirgli “Buongiorno, come sta?”, anche se forse è un po’ troppo confidenziale.

Poi, una decina di giorni fa… (continua su Liguritutti)