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L'equipaggio urla : "Tempesta!", "Tempesta a babordo!". Gli uomini salgono in coperta. Guardano le grandi onde avvicinarsi. Si affannano. Preparano le difese. Qualcuno già suggerisce di calare le scialuppe di salvataggio. La nave ondeggia. Gli uomini si aggrappano ai parapetti per spostarsi lungo il ponte. La bufera li sballotta da un capo all'altro. Il terrore deforma i loro volti. La voce adesso si spegne in gola. Annaspano come formiche impazzite nel formicaio scoperchiato. Il capitano Solo non esce dalla sua cabina. Beve un whisky dal sapore affumicato, tiene sulle ginocchia un romanzo d'avventura, aspettando che il rollio finisca per riprendere a leggere. Guarda la tempesta, tranquillo. E la tempesta si placa.
Gli uomini si tolgono i soprabiti di tela cerata. Ritirano le scialuppe. Qualcuno, più stanco, torna in cabina per dormire. L'orizzonte si rischiara, tra poco sarà mattina. Il viaggio della Surprise dura da mesi. La meta, l'isola del Pensiero, avrebbe dovuto essere raggiunta ormai da tempo. E invece non è ancora stata avvistata. Il morale dell'equipaggio è basso. Gli uomini pensano di essere fuori rotta, in una traversata sempre più rischiosa. E' l'alba quando qualcuno grida: "Terra!", "Terra a babordo!". In un attimo sono di nuovo tutti sul ponte, tutti aggrappati ai parapetti a scrutare l'orizzonte. "E' l'isola del Pensiero, terra delle donne panna e degli alberi d'argento", urlano. Il capitano Solo resta in cabina. Finisce l'ultima pagina del suo libro. Lo posa. E poco dopo l'avvistamento si rivela un abbaglio. Gli uomini riprendono le loro attività. Delusi. Il capitano Solo è l'unico a sapere che la Surprise è una nave in bottiglia. L'unico a vedere il vetro, trasparente e imperforabile, che la protegge dalle tempeste. Ma le impedisce qualsiasi approdo.
(Tratto da Navi in bottiglia di Gabriele Romagnoli, ed. Garzanti)

Leggere Gabriele Romagnoli mi trasmette sempre due sensazioni contrastanti e contemporanee: l'inadeguatezza, perchè non sarò mai brava a scrivere quanto lui e allora tanto vale smettere, e lo stimolo a scrivere, perchè è talmente un piacere leggerlo che richiama il desiderio di seguire le sue impronte.

Poi si aggiungono sensazioni ogni volta differenti a seconda dei brani che leggo.
Questo, per esempio, mi parla di qualcuno.

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