La mia è stata una Berlino decisamente non convenzionale, vissuta camminando, anche a piedi nudi e non solo per il parco, guardandomi in giro alla perlopiù, come pare essere l'espressione tipica dei berlinesi, uscendo di casa in pigiama e ciabatte per andare a comprare i croissant al marzapane o alla cannella, evitando la maggior parte dei luoghi tipicamente turistici che "bisogna assolutamente vedere se si va a Berlino", o smarcandoli alla velocità della luce (tranne il Pergamon, che l'ira degli Dei si abbatta su chi snobba il Pergamon).
Mi aspettavo più momenti di surrealtà, lo ammetto, ma forse ci sono stati, solo che qui è alterato in origine il concetto di normalità, per cui la percezione varia di alcuni gradi e quando noti un segno verde tra i capelli di una ragazza e nel vederla poi in viso pensi sollevata che Ok, è tutta verde, allora va bene, ecco, hai fatto il salto.
La mia Berlino è iniziata con un pakistano sulla metropolitana che suonava O sole mio col violino, sedando e ipnotizzando la neonata in lacrime da quindici fermate.
Poi è stata
Più moltissime altre cose che vorrei non dimenticare ma che non si scoprono da turista bensì da berlinese e che non ho scoperto da sola, ma grazie a un cicerone d'eccezione che mi ha presentato una Berlino inedita per le guide turistiche. Io ho camminato e ascoltato, guardato e ascoltato, memorizzato e ascoltato (forse non sono stata una gran compagnona, in effetti) per cui ciò che sto scrivendo non è un'arguta elaborazione nata da un mio straordinario spirito d'osservazione, ma una mera trasposizione di quanto (e non tutto) mi è stato generosamente raccontato.
Il paragone con la Grande Mela, per quanto opinabile, mi viene immediato perchè di New York io amo proprio il senso di libertà e di possibilità, ma è a Berlino che l'ho davvero trovato, nella sua consapevolezza profonda, nella sua storia secolare, nel peso culturale che ha l'Europa, nel rispetto per chi ha poco e nell'istinto naturale di sostenerlo senza per questo fornirgli alibi, nella tutela della cosa pubblica e della cosa privata. A Berlino puoi essere povero con dignità, a New York no, per dirne una.
Berlino è una città libera, dove è dimostrato empiricamente quanto una collettività, se di forte spirito etico e sociale, possa evolversi e migliorare vita e ambiente. La loro città è la LORO città e la trattano come una famiglia tratterebbe un primogenito, amandola, rispettandola, tutelandola, arricchendola.
Non è bella, non ti conquista con l'estetica, con un'architettura stupefacente o monumenti che tolgono il fiato, ma è interessante, ricca, densa, vitale, stimolante, verdissima e sana.
Klaus Wowereit, sindaco di Berlino -che quando è stato eletto per il terzo mandato è salito sul palco, ha baciato il proprio compagno e ha ringraziato i cittadini- ha definito Berlino povera, ma sexy. Verissimo.
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