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Emma ha 20 mesi e va pazza per il Bruco, la giostra per piccoli sul lungomare. Se le dici Andiamo sul Bruco lei si illumina, alza entrambe le braccia al cielo urlando Bucooooooo e parte a razzo correndo freneticamente come un muppet rincorso dai pirati.
Sa di doversi sedere bene, sa che le serve il gettone, sa di doverlo dare al ragazzo dei gettoni, adora stare al volante e adora schiacciare i pulsanti che fanno i rumori.
Le serve solo un adulto accompagnatore, obbligatorio per i bimbi sotto i tre anni.

Presente!

Salgo sul bruco accanto a Emma, salutiamo la sua mamma che ci guarda dalla panchina, diamo il gettone al ragazzo e partiamo.
Al primo giro mi arriva in faccia una specie di mocio rosso, non capisco nemmeno bene cosa sia, Emma non lo considera, io guardo verso sua mamma che ridendo urla che è la coda da prendere per vincere un giro gratis.
Quando ripassiamo, un bambino davanti a noi lo prende fierissimo.

Al secondo giro siamo io, Emma e sei bambini tra i tre e i cinque anni.
Appena quel ciuffo rosso è a tiro, allungo rapida la mano, lo afferro e -whoops- in quella frazione di secondo mi rendo conto di essere io l'adulta del gruppo.
Lo getto rapidisssssssima su Emma.
Lei lo prende guardandolo incuriosita, il ragazzo passa, glielo leva di mano, lo sostituisce con un gettone per un nuovo giro e sul viso della ventimesenne si apre un sorriso felice.
Gli altri bimbi invece non sorridono -proprio per niente- e mi guardano anche un po' male.

Lo so, non dite niente, lo so.
In una vita precedente ho il sospetto di essere stata la Rupe Tarpea.

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