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La mia via è stata occupata dai bolognesi. Dev'essere un regalo dei Dii per consolarmi dall'esser dovuta tornare.

Torno a casa ieri sera e trovo la strada bloccata da transenne, mastodontici automezzi scavabuche e omini arancioni. Il percorso per raggiungere il mio posteggio è libero, ce la farei, ma un omino mi fa un segno determinatissimo: non si passa, nessuna eccezione. Eccheccazz...

- Devo solo arrivare fin lì, azzardo.
- Mo mi spiaze, ma stiamo finendo. Mo venga più tardi che fazzamo spazio. Intanto la metta lì, mica zi dà fastidio, a noi, sa? Mo anzi, se mi dà il suo numero di telefono la chiamo io quando può passare!
Scoppio a ridere e replico sguinzagliando il mio imperscrutabile accento emiliano, fresco fresco di ripasso - Grazie, ma torno io più tardi.
Ride anche lui e mi spiega - Sa, io zi provo, qualche volta va male, qualche volta va bene, ma mica fazzo niente di male! Si fan due chiacchiere, un paio di risate e bonna lè.
- La pensassero come lei anche i genovesi ci divertiremmo tutti di più, da queste parti.
- Mo anche lei, mica è di Genova, va là.
- Lo sono, lo sono. Ma sono appena tornata da Bologna, son sul pezzo.
- Eh, siamo i migliori, veh.
- Sempre.

E dopo esserci salutati sono andata a casa a preparare i tortelli di zucca e a pensare intensamente al fatto che io, là, mi ci vedrei proprio bene.

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