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Inspiegabilmente io, di tanto in tanto, capitombolo per terra o sbatto violentemente contro ostacoli.
Vi ricordate, no?

Quando stramazzo al suolo, il tutto avviene nel modo più classico: cado.
Vuoi per un avallamento nell'asfalto, per un passo sbagliato, per uno scalino non visto, fatto sta che ruzzolo rovinosamente.

Stamattina ho dovuto aggirare un omino dei lavori pubblici che controllava non so quale pannello dietro non so quale misteriosa porticina di metallo che, aperta, impediva il passaggio sul marciapiede.
Dov'è il problema?
Scendo dal marciapiede, stracciono per terra, mi rialzo come niente fosse, raccolgo la mia borsa ecocompatibile col disegno di Kermit la rana che uso per la spesa, proseguo per la mia strada.
L'omino dei lavori pubblici nemmeno mi guarda. Il resto delle persone in giro, sì.
Un signore elegante, d'altri tempi, si leva gli occhiali da sole e mi chiede gentile e anche un po' preoccupato se mi sono fatta male e io, al solito snocciolando alcune delle mie migliori risposte in questi casi, rispondo sorridendo "Sì, credo di essermi slogata una caviglia. Ma grazie, davvero, grazie!" ed entro nel supermercato invocando il Dio del vuoto di memoria affinchè cancelli l'immagine di me a contatto con l'asfalto dalla ram degli astanti.

Bilancio: la caviglia buona pulsa dolorosamente, il ginocchio incrinato credo che ora lo sia un po' di più, la mano destra ha tatuato in modo assolutamente naturale parte della strada ma, EHI, i miei jeans preferiti non si sono rovinati! Fortunella che sono.

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