Venerdì 20 novembre, atteso d-day.
Prendere ferie per riposare senza riuscirci, massaggio, parrucchiera, decidere di farsi la frangia dopo vent'anni, telefonata alla Betty, l'amica autorevole, lei sul serio, in materia di fiabe, ascoltare e prendere mentalmente nota degli archetipi e del valore delle iniziazioni sociali, scapicollarsi alla stazione, riabbracciare il Moroz imbottito e annunciargli i 19 gradi della giornata, focaccia appena sfornata, caffè, racconti di New York, Sara e Ale arrivati da Bassano, aperitivo con la mia squadra fiquissima, ghetto regalo strepitoso (e ancora segreto, per voi), guardare l'ora e fiondarsi alla Fnac, evitando di farsi investire dagli autobus di via venti.
Fnac.
Farfalle nello stomaco.
E poi...

E poi la mamma commossa col raffreddore berlinese e il cappello verde acido, la zia da Torino, la zia dal Nepal col jetlag in circolo, papà dal biellese, Marisa Allasio che non ho presentato a Gianluca (cosa per cui non merito perdono, lo so), i miei supporter fedelissimi, un mazzo di fiori bianchi con un abbraccio forte, un incontro al vertice tra due Persone, amici da tanti tempi e tante vite, si comincia, Sara che si giustifica per i ghettodisegni, Morozzi con la maglia di Batman, io con una corona in testa, di rospi ne abbiamo baciati tutti, si sa, risate, sorprese, spoiler, le fiabe, raperonzolo, il genio del faro, la principessa e il più bello, applausi, sorrisi, foto (bella e sorridente fotografa non solo non conosco la canzone dei Nomadi, ma non ho riconosciuto te, diamine), quanti siamo? non li conto più, dediche, illustradediche, saluti, abbracci, un altro mazzo di bellissimi fiori, un rospo infiocchettato e poi restiamo noi e si va a cena.

Ecco com'è andata :0)

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