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Ogni 25 dicembre, dopo le 20.30, è ormai tradizione ultradecennale che gli amici si riversino in casa mia portando avanzi dei vari pranzi e cene familiari.
Non si sa in quanti si sia, non si sa cosa si mangerà, non si sa quando finirà.
Si sa solo che si sta insieme in quella serata a metà strada tra il Natale e la fine del tour de force, quella serata che si rischia di passare da soli sul divano, col dubbio in bilico tra la stanchezza e la solitudine.

Per non pensare e stare insieme c'è dunque questo appuntamento fisso da me, questo Natale con la seconda famiglia tra divani, racconti, tisane digestive, pezzetti di salame e di panettone, aggiornamenti, giochi, prese in giro e compagnia.
E regali, molti regali.
Si piazzano tutti i paccheti dentro/davanti/sotto al camino e quando ci siamo piu' o meno tutti li si aprono contemporaneamente.

Ecco, quandocisiamopiùomenotutti è un momento impreciso e imprecisabile che solitamente viene decretato dall'effetto scatola di sardine che quest'anno, devo dire, è stato particolarmente notevole. A quaranta ho smesso di contare.

Non ho ancora scoperto chi mi ha regalato uno smalto bianco perlato (REALLY? Uno smalto bianco perlato A ME?), una collana e un sapone profumatissimo con palline rossastre che sembran bacche o uova di insetto (si schiuderanno in primavera?).
E Zorro, che non è potuto venire, ha lasciato un pacchettino per me con un biglietto dove mi salutava TANTISSIMO. Nel pacchetto c'era un barattolo di Caffarel fondente, il cerchio si è chiuso e io sono a posto così :)

Buon dopo Natale a tutti e ora concentriamoci sulla sopravvivenza al Capodanno, forza!

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