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Ieri è stata una giornata favolosa. In tutti i sensi.
Ho fatto una ventun'ore consecutiva che neanche ad andare in Australia mi stancavo così tanto ma sorbole se n'è valsa la pena.
Come da tradizione non sono mancati trabocchetti, ostacoli e difficoltà di vario genere, che a noi la vita semplice annoia.

Durante un'impegnativa mattinata lavorativa ricevo l'inquietante telefonata dell'editore che mi comunica la simpatica novella: per disguidi di cui non voglio sapere nulla, non sono arrivate copie di C'era una svolta alla Libreria Tadino. Fantastico. Già che sono in macchina perchè non passare io a prenderle?
All'uscita di Bereguardo/Pavia nord (che le altre uscite sulla A7 ci parevano troppo banali) carico un pacco da 50 libri nel bagagliaio.
Nel frattempo la pompa alla quale provo a rifornirmi si esaurisce dopo due euro di carburante e all'uscita 4 della tangenziale ovest ci perdiamo in zone dimenticabili, finchè un signore gentilissimo si offre di farci strada e mette alla prova la mia abilità di pirata della strada autista facendomi OK con la mano ogni volta che riesco a stargli dietro nonostante i suoi sfacciati tentativi di seminarmi in barba al codice stradale.
Arriviamo a Bisceglie, dove mi è stato consigliato di posteggiare e prendere la Linea 1 per arrivare a Porta Venezia e poi passeggiare fino a via Tadino. Che sarebbe anche facile se non avessi un pacco da 50 libri da trasportare a mano.
Tento più volte di supplicare l'aiuto del mio libraio preferito ma non è raggiungibile. Scopro poi che ha perso il cellulare proprio quella mattina. Ovvio.
A quel punto non trovare carta igienica nel bagno, perdere le lenti a contatto nel lavandino e spezzarsi un'unghia sono bazzeccole, che comunque non mi vengono risparmiate.

Quando Sara mi avverte di essere arrivata anche lei e di essere nel negozio di maschere di fronte a comprare una bomboletta di elio riconosco il segnale: da sorte avversa siamo entrati nel puro stato di surrealtà. Mi rilasso, questo è un mood al quale sono già più avvezza.
Infatti non batto ciglio di fronte alla limetta blu che lei, poco dopo, mi presta e con cui mi limo l'unghia spezzata imbluendomi il dito. Tutto nella norma. La nostra norma.

Alle 18.30 la Libreria Tadino è stracolma di persone. E che persone!
Giocavo in casa, lo so. Sembrerà strano, visto che sono di Genova, ma credetemi: a Milano ho più persone care e fantastiche di quante non pensiate.
Non ci sono testimonianze video, ciò che è successo ieri resta ricordo dei presenti.
Proverò a offrirvi una manciata di tasselli sparsi che potrete assemblare come più vi piace.

C'è chi si è presentato con due mazzi di fiori meravigliosi per me e per Sara, a nome di quattro persone altrettanto meravigliose, una delle quali lì solo col pensiero, direttamente da Città di Castello (grazie amica! Anche dell'mms di te chiusa nel bagno del direttore che ti fotografi con un biglietto di inboccallupo in mano).

C'è chi è arrivato dai tempi dell'università (ragazze, che bel regalo che mi avete fatto venendo a farmi il tifo!) e chi dai tempi del master (fratello di master, dobbiamo trovare altre scuse per rivederci, oppure il prossimo libro tocca a te), chi mandato dalla mia cheerleader newyorchese (ma lo so che eri lì perchè faceva piacere anche a te, ho apprezzato moltissimo!) e chi veniva dritto dritto da mondi paralleli ma non per questo meno reali (voi lo sapete di chi parlo).

E poi c'era Fabri, il mio amico storico con cui preferiamo non ricordare da quanti anni ci conosciamo per non dover fare bilanci di vita che ci vedrebbero uscire o distrutti o ubriachi. A Fabri devo una dedica. Non perchè non gliel'abbia fatta sulla sua copia di C'era una svolta. Anzi, gliene ho fatte tre, sparse un po' per tutto il libro, perchè nessuna gli piaceva. E aveva ragione, non erano un granchè. Quindi te la faccio qui, la dedica: A Fabri, che insieme a me ha smesso di credere nella fiabe da mo' ma che non ha mai smesso di ridere insieme a me della realtà. Il mio amico strepitosamente cinico e di intelligenza sopraffina che mi sorprende sempre: possiamo anche vederci una volta all'anno ma non importa, bastano comunque due o tre parole perchè lui capisca e colga qualunque sfaccettatura degli eventi della mia vita. Beato lui che ci riesce.

L'incontro è stato: amici, abbracci, ricordi, risate, moltissime risate, decine di dediche, domande dall'Iphone, letture di fiabe, succo di mela e bignè al cioccolato, sms da chi poteva esserci solo col pensiero ma mica è poco, aneddoti (mamma, di Zorro non ne parlo!), piccole fiammiferaie, principi azzurri, raperonzoli, grotte e geni del faro. E naturalmente principesse.

Grazie Guido, se è stata una festa lo dobbiamo soprattutto a te che ci hai accolti in massa alla Tadino.
Grazie Sara, per i "disegni scrausi" che volevo proprio così, per le domande deliranti, perchè lo so che eri agitata ma non l'hai dato a vedere e perchè nessuno interpreta il genio del faro bene come te.

PS
Le dediche illustrate di Sara Lando e la lettura a sorpresa della Principessa e il più bello sono chicche esclusive che chi non c'era s'è proprio perso. Eeeeeeeeeeehhhhhhhh

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