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Francesca, su Skype da New York,  mi raccomanda di non mettere i pantaloni. Non so perché. Forse mi fanno il culo grosso o forse le orecchie a sventola. So solo che la Fra vuole che metta la gonna. Ci tiene moltissimo. Va bene.
Anna e Alessandra, rispettose dell'indicazione dalla Grande Mela, selezionano due alternative: un vestito semi colorato (che spicca nel mio armadio total black) o una gonna lunga turchese e nera.
Alessandro, mentre aspettiamo che arrivino le pizze, tenta una simulazione di domande caduta nel vuoto grazie al tempestivo arrivo delle pizze.
Claudio e Luigi annunciano l'irremovibile intenzione di venire a Belgioioso con me il giorno dopo, muniti di telecamera per tenere aggiornati gli amici su facebook in tempo reale. Più che una promessa, una minaccia.
In sostanza, il mio primo incontro col pubblico si trasforma in una mission di gruppo.

Sabato dopo pranzo si parte.
Per fortuna Claudio ha l'iphone e sull'iphone il tom tom, che ci suggerisce impensabili stradine campagnole nelle ridenti (ah ah ah) frazioni pavesi fino a raggiungere il Castello di Belgioioso
Luigi, intanto, discute animatamente con la propria telecamera che all'inizio sembra non avere la minima voglia di fare ciò che in teoria sarebbe destinata a fare. Poi si rassegna e si accende.

Alle tre e mezza entriamo a Parole Nel Tempo, la mostra dei piccoli editori incastellata.
Paolo e Stefano, i miei editori che chiamo Eumeswilli per affettuosa sintesi, mi presentano alle persone come autrice.
Luigi filma l'autrice che guarda il suo libro esposto. Luigi filma l'autrice che fa la prima dedica a una persona sconosciuta (Alessandra, che, se legge, ringrazio per averlo preso a scatola chiusa e spero davvero si diverta a leggerlo). Luigi filma l'autrice che parla con l'editore. Luigi viene insultato dall'autrice. Luigi non filma l'autrice che inciampa e rischia di arrivare nella sala degli incontri a volo d'angelo mentre è in corso un altro incontro.

Dopo un giro tra le varie case editrici in mostra (alcune cose davvero davvero interessanti!), una fetta di torta al cioccolato, un succo d'ananas, parecchie risate, un decaffeinato, svariate chiacchiere e un amico caro venuto da Milano, arriva l'ora dell'incontro col pubblico.
Pochi minuti prima conosco finalmente Fabrizio Borghetti, che ha scritto Non sono grassa, sono di osso grosso, libro ironico ma serio sulle diete. Anche lui pubblicato da Eumeswil, anche lui nella collana Legittima Difesa, anche lui insieme a me nell'incontro delle 18.00.
Gli Eumeswilli sono divertitissimi all'idea di fare un parallelismo tra dieta e fiabe.
Io e Fabrizio abbiamo tre minuti per pensare a quale parallelismo possa esserci.
Dunque vediamo: dieta e fiabe, dieta e fiabe... Ci spremiamo come limoni frettolosi per elaborare uno straccio di idea, tipo:
1) Tutti i metodi millantati per dimagrire senza fatica sono pura fantasia, più vicini alle fiabe che alla realtà.
2) Nelle fiabe nessuno ha bisogno di dimagrire: le principesse sono tutte delle gnocche da paura. In compenso, tutte le donne che si mettono a dieta lo fanno per assomigliare alle eroine delle fiabe (ok, ora lo fanno per assomigliare alle veline, ma è mera questione di attualizzazione. D'altra parte, ora, i principi azzurri sono calciatori...).
3) Nelle fiabe i regimi alimentari che mi vengono in mente sono a dir poco inquietanti. Ci si ciba di bambini crudi, di case di marzapane, di molliche salvavita, di fagioli salterini e schifezze varie. 

Tre minuti passano in frettissima ed eccoci salire sul palco.
In platea Luigi (con la telecamera), Claudio (con la macchina fotografica) e Guido (con la Libreria Tadino di Milano a disposizione per il prossimo incontro). Ovvero tre amici. Be', penso, sarà una piacevole e intima chiacchierata.
Poi mi innamoro di una buffissima sedia arancione a forma di fiore, arrivano altre persone e si comincia a parlare dei nostri libri.
Alla fine una quindicina di volti sconosciuti, sorridenti e istintivamente simpatici segue i deliri (sempre ironici ma seri!) miei e di Fabrizio, a quanto pare divertendosi.

Grazie Persone Presenti, è stato bello farvi sorridere. L'idea era esattamente quella :0)

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