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Da quattro anni io e i miei amici andiamo alla Notte Bianca.
Questo nonostante non ci piaccia stare in piedi a seguire un concerto, detestiamo camminare nella bolgia, non siamo abituati a fare le ore piccole.
Ma la Notte Bianca è un evento che trasforma Genova nella Rambla di Barcellona per una notte, che riempe il centro di persone d'ogni età e tipo, che fa allegria anche se non si ama la mischia.
Insomma, ci piace partecipare anche se stiamo alla movida come un'insalata di funghi sta al planetario.

Siamo partiti determinati ma circospetti alle otto di sera, già rammaricati del fatto che fosse troppo presto, che avremmo dovuto prima cenare e poi immergerci nell'evento e che a dirla tutta avevamo già sonno. La coerenza ci contraddistingue.

Passeggiare in mezzo alla strada trasformata per una notte in zona pedonale dava un senso di trasgressione (questo la dice lunga sui nostri lati oscuri) e il mio tormentone della serata è stato Guarda quelli che attraversano sulle strisce seguito da inarrestabile scoppio di ilarità.
Perchè in quel magma di gente che si riversava per le strade, c'erano gruppetti sparsi che attraversavano rigorosamente sulle strisce pedonali e, scusate, so di avere un sense of humor malato, ma a me sta cosa faceva ridere moltissimo.

Dopo aver deciso che ci saremmo nutriti rigorosamente di "porcate da baracchino" perchè nei ristoranti ci possiamo andare quando ci pare, abbiamo sborsato 7 euro per un hot dog, mezzo litro di acqua naturale e la possibilità di mangiarlo scomodamente in piedi. Il kraphen che ha seguito questa raffinata cena ha dato un senso al tutto.

Alle nove qualcuno di noi stava già suggerendo un dignitoso rientro a casa ma la maggioranza ha votato per una orgogliosa resistenza e solo il giro tra via san lorenzo e i vicoli ci ha definitivamente convinti che noi, al massimo, potremmo fare il pomeriggio bianco o, a voler insistere, una prima serata bianca.
Non ne andiamo fieri, ma almeno lo ammettiamo.

Alle undici eravamo tutti a dormire ma non senza aver annoverato i due aneddoti della serata.

Il fiocchetto di Minnie sul carro della perdizione
Durante una interminabile coda nel bagno di un bar, la nostra Zister I. fa amicizia con una fanciulla coronata con un fiocchetto di Minnie luminoso che le spiega Ccccioè noi siamo venute da fuori cccioè è tropppoffforte ma ccioè sta cosa che bisogna farla in un bagno cccioè noi volevamo farla nei vicoli cccioè ma cazzofiga non si può cccioè non capiscoppperchè ccioè facevamo prima che cccioè abbiamo cazzo beccato quello delle liste dei carri cccioè trooooopppo figo che saliamo sui carri noppperchè ccioè ci ha messe sulla lista e poi forse saliamo sui carri e cccioè capisci balliamo lì sopra e ccioè è davvero troooppo figo, cazzo
Scoprire l'esistenza del meraviglioso mondo delle liste per salire sui carri ci ha aperto un nuovo modo di vivere la festa e per l'anno prossimo vorremmo il Carro degli Agorafobici con casse rivolte verso l'esterno e almeno un metro quadrato libero a testa per ballare e godersi la notte bianca comodamente trasportati.
La pipì magari la si continua a fare nei bagni, va.

Place, il piccione vissuto
Un ragazzotto dal fisico non esattamente asciutto e muscoloso ma che, nonostante ciò, mostrava tronfio il petto nudo, ha attirato la nostra attenzione per due rondini tatuate sui pettorali.
Questa elegante scelta estetica è stata vissuta da Paola come una provocazione e l'ha portata a dichiarare di volersi tatuare un piccione.
- Non un piccione qualunque, un piccione vissuto, da piazza.
- Sì, di quelli a cui mancano uno o due dita della zampa!
- Esatto, quelli un po' bolsi che ormai faticano a volare.
- Con le ali un po' arruffate e senza qualche penna.

Tutti sappiamo di quale piccione stiamo parlando, nessun dubbio. In ogni piazza che si rispetti vive un piccione vissuto, che fatica a volare, grasso, spennacchiato, zoppo. E' lui, l'inconfondibile, ben presente nell'immaginario di chiunque.
- E si chiama Place! annuncia Paola mentre riprendiamo la via del ritorno.
Dedichiamo gli ultimi venti minuti di notte bianca a stabilire che Place è maschio perchè tutti i piccioni sono maschi,  che si riproducono per impollinazione, che di Place ce n'è uno solo in ogni piazza, che lui è il più vecchio e malandato perchè è un piccione vissuto e che, nonostante ciò, è grasso perchè sa come nutrirsi. Non sappiamo tuttavia come abbia perso almeno due dita della zampa e concludiamo che Place merita una favola dedicata a lui.

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