No, non pretendo di essere esposta al Moma anche io. O che si faccia una monografica su di me (la mia ambizione, a dirla tutta, è diventare patrimonio dell'umanità, ma quella è un'altra storia).
Al Moma di New York è esposta fino al 26 aprile 2010 una mostra su Tim Burton. Questa mostra su Tim Burton, per l'esattezza. Tim Burton a 360 gradi.
E io non sono lì.
Ecco, se in questo momento avessi davanti un genio della lampada o un pozzo magico o una fata madrina o anche solo una torta con una candelina su cui soffiare, avrei un desiderio da esprimere: poter andare a New York prima del 26 aprile, in modo da poter vedere questa mostra.
E visto che sto esprimendo un desiderio, tanto vale specificarne i dettagli: vorrei andare una settimana a new york ad aprile, godermi la primavera a manhattan, mangiare pancakes, cup cakes, hamburger e giapponese come se non ci fosse un domani, fare shopping sulla Quinta Strada e dintorni, gozzovigliare in Central Park, vedere un paio di musical a Broadway, comprare quell'anello da Tiffany a cui faccio la corte da due anni, fotografare people, continuare a ignorare la statua della libertà, stordirmi di chiacchiere con la mia amica e scoprire Tim Burton al Museum of Modern Art sulla 53ma.
Che poi era l'argomento del mio post.
Tim Burton è un geniale visonario, è un artista completo, è un uomo concreto come un sognatore.
E io vorrei tanto poter entrare nei suoi sogni e passeggiare tra le sue visioni. Al Moma.
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