I miei amici mi prendono in giro perchè l'anno scorso ho comprato un nuovo televisore.
Di quelli a schermo piatto, grandi e tanto hi-tech.
Che me ne faccio, dicono, se non lo accendo mai?
In effetti.
So che non dovrei dirlo per un paio di motivi che non sto qui a elencare, ma io non guardo la tv.
Che uno potrebbe anche inarcare le sopracciglia e arricciare il naso con sguardo interrogativo, data la mia sfrenata passione per i serial, ma quelli sono un'altra cosa, quelli per me sono come film, roba diversa.
Infatti me li guardo sul pc.
Il fatto è che su internet si trova tutto e in tempo reale, dalle notizie ai video musicali, per cui, quando arriva la sera, cos'ha da offrirmi quel grande schermo piatto che campeggia in sala?
Ogni tanto glielo chiedo e lo accendo.
Tipo ieri.

La prima cosa che mi ha inondato la casa è stata una canzoncina in falsetto, musicalmente opinabile. Per pura distrazione ne ho colto alcune parole, scoprendo trattarsi di una sequela di improperi contro un noto allenatore di calcio che, si canticchiava, dovrebbe vergognarsi per una serie di ragioni.
Detta opera d'arte è scaricabile a pagamento come suoneria telefonica.
Che cosa curiosa. Sul mio pianeta sarebbe illegale vendere -e in tv- una canzone di insulti rivolti a una persona specifica. Non solo, ma chi la comprasse e la utilizzasse veramente sul proprio cellulare, seppur legittimato dall'averla sentita in tivvù, sarebbe insistentemente osservato dagli astanti con sguardo corrucciato e molto critico fino a ottenerne un consono colorito rosso vergogna.

Girando canale mi sono imbattuta in una signora ultrasettantenne, truccata come un cartone animato e fasciata in un abito di pailettes blu, che si dimenava come una cubista su una musica molto unz-unz su una passerella allestita nella piazza principale di qualche cittadina italiana.
Ambiva a diventar Velona.
Sembrava davvero divertita e felice di quel suo momento di gloria così, dato che sul mio pianeta, invece, si sarebbe solo messa grottescamente in ridicolo, ho pensato fosse un bel gesto da parte mia provare imbarazzo al posto suo, per ripristinare equilibrio nell'universo.

Sentendomi seriamente avulsa da questo bizzarro mondo di cui faccio parte in orario d'ufficio, ho tentato un terzo canale, inciampando in un gioco a premi che non richiedeva la minima preparazione su alcunchè ma molta disponibilità a esporsi al pubblico ludibrio sorridendo della propria umiliazione.
Sul mio pianeta non esistono programmi del genere, quindi mi è mancato un parametro di valutazione.

A quel punto ho deciso di dividere plastica, vetro e carta e di uscire a portare i rifiuti nei bidoni della raccolta differenziata (e scoprendo di avere una quantità impressionante di bottiglie di spumante vuote, che per essere una che non beve...ma questa è un'altra storia).

Magari tra un po' di tempo la riaccendo.

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