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E' servito un post-it del vicino "E' passato il tecnico, ha cambiato la centralina, ora come la vedi?" per farmi scoprire che:
1) da una decina di giorni i lavori in corso alla mia palazzina avevano causato la dipartita della nostra antenna televisiva
2) che, quindi, non si vedeva assolutamente niente, in tv
3) che però il tecnico aveva cambiato la centralina e rimesso a posto tutto, anzi, migliorato di parecchio la ricezione
4) che ora la tv si vede benissimo

Ma tu guarda.
Così mi son sentita moralmente in obbligo di accendere l'ordigno, stasera.
Siccome la mia attenzione ai palinsesti è pari all'interesse che ho per le figurine dei calciatori, dieci minuti dopo stavo già facendo dell'altro (pelare, tagliare e poi saltare in padella ottime patate novelle, spalmare calendula sulla scollatura che oggi ho ustionato in spiaggia, cambiare il liquido delle lenti a contatto, svuotare la lavastoviglie, rincorrere Giuggiola facendo versi da zombie, chattare su skype, eccetera eccetera eccetera) quindi non mi sono subito accorta che, nel frattempo, la mia sala veniva invasa dai tamarri.
E' stato quando una voce maschile con spiccato accento romano ha dichiarato in italiano stentoreo "Io sono un vero uomo" che le mie antenne spazzine si sono alzate. Quale schifezza stava passando sullo schermo?
Ho così scoperto l'esistenza di una specie di reality show, con otto tamarri protagonisti, che vengono trasportati in lungo e in largo tra le discoteche del Bel Paese e subdolamente incoraggiati ad accoppiarsi tra loro, sul bus con cuccette nel quale vivono e viaggiano.
E non sono io a definirli tamarri, sono loro stessi, tra l'altro con un certo orgoglio.
Sono mio malgrado incappata nelle Tamarreidi, un programma che forse un po' tutti dovevamo aspettarci.

Dico solo che, durante le interviste, gli italici coatti vengono sottotitolati in italiano corretto.
Poi ho spento.

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