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zorro esisteCome sempre, per ogni cosa importante che faccio, devo dire grazie a diverse persone perché quella storia che nel momento del bisogno sei solo, mica è vera. Almeno, non per me.

La prima persona che voglio ringraziare è mia nonna, Caterina Bonardi, della quale spero di aver raccontato con la dolcezza che le riservo nei miei ricordi. Di lei ho preso molto - il nome e tanti piccoli dettagli che fanno restare una persona nel cuore- ma non tutto. Per cominciare, non avrebbe mai gestito una ricevitoria: le persone la stufavano con estrema facilità e non si poneva il problema di farglielo sapere. E poi, nonna, ovunque tu sia, spero che mi perdoni per averti appioppato due gatti. So che li odiavi ma non me ne sono mai fatta una ragione. E voi, tranquilli: non c’è più, ma è morta a 103 anni, se l’è spassata.

A seguire ringrazio

Sara Lando, il mio imprescindibile Unlettore, che ha seguito anche questa storia capitolo per capitolo in tempo reale, restituendomi sensazioni, osservazioni e suggerimenti. Grazie per essere la mia Persona.

Sara non era l’unico mio saldo punto di riferimento, c’è un’altra Persona che io mi diverto a chiamare Gw, qualcuno che mi è stato accanto pagina dopo pagina e che è stato prezioso come sa essere sempre: tu, grazie.

La strategia diabolica, che non vi svelo di certo perché lo so che qualcuno legge i ringraziamenti prima di aver letto il libro, mi è stata regalata da Daniel Cortella un sabato mattina davanti a mare, focaccia e tè verde. Pensavo di aver messo Caterina abbastanza nei guai, ma quando lui mi ha suggerito come si comporterebbe un vero cattivo, mi sono resa conto di quanto io sia ingenua. Penso che avere Daniel nella propria vita sia già un bel regalo, ma ora che ho scoperto quanto posso sfruttare il suo genio, gli farò rimpiangere i bei tempi in cui non ero tra i suoi amici.

Pur essendo un’opera di fantasia, ho cercato di non inventarmi di sana pianta una giurisprudenza a mio uso e consumo e a non farmi scivolare in clamorosi tranelli di ignoranza ci hanno pensato gli avvocati Paola Alba e Giuseppe Tortorelli e il PM Carlo Cecchetti, che mi hanno offerto una consulenza via mail nei giorni e negli orari più improbabili. Grazie.

Grazie anche a Raffaele Niri, che da vero giornalista si è assicurato che pure Margot lo fosse, a Paola Pitto, che da amica e medico del Pronto Soccorso, mi ha fornito quel paio di dritte utili a cui non si pensa mai quando si aggredisce una povera vecchietta, a Mauro Traverso, che mi ha svelato i modi di dire dei giocatori del lotto, mai avrei saputo altrimenti delle cadenze, delle figure o dei reversibili, ad Alessio Roberti Vittory per quel paio di dritte preziose e a Isabella Bianchi per il fondamentale spocchia alert.

Grazie al mio “visual team” che mi fa sembrare una scrittrice fantasmagorica: Sara Lando (sì, di nuovo lei, mica è colpa mia se è un sacco di cose) per le foto, Alessandro Locatelli e la Papermoustache per il mio sito web, Sara Zampieri e Nicola Scodellaro, alias la Pholpo, per il book trailer e Marco Caprelli per la musica.

A Silvia Meucci, la mia agente, ho diversi grazie da dire: per avermi dato fiducia, per avermi privata delle mie rassicuranti stampelle e avermi fatto guidare senza il freno a mano tirato, per avermi dato il tempo di provarci, di rigare la macchina, di sbandare, di fondere il motore e poi di sfrecciare come se gli autovelox fossero spenti e la benzina regalata. Per credere in me e in questo libro. E anche per aver sognato una vecchietta in una ricevitoria.

Un’altra persona determinante che ha creduto in me e in questo libro è stata Giulia Ichino che una notte mi ha contattata via mail solo per dirmi di essere una editor che stava leggendo il mio inedito. Non avevo idea che fosse la responsabile della narrativa italiana di Mondadori. A lei, a Serena Bellinello, a Margherita Trotta - per lo straordinario editing, l’entusiasmo e la pazienza - e a tutto lo staff Mondadori: grazie per aver dato a Margot delle robuste ali e una signora pista di decollo.

Ci sono poi quelle persone che vorrei ringraziare perché, sebbene non siano state coinvolte nella scrittura di questo romanzo, sono comunque coinvolte dal mio desiderio di scrivere e non hanno mai smesso di sostenermi. In particolare mio papà,che ha tifato fiducioso, mia mamma,che ha tifato timorosa, mia zia Paola che ha provveduto a riempirmi la dispensa di provviste mentre Margot si occupava di Caterina, il resto della mia famiglia di sangue, in quel di Pino Torinese e in Canada, e la mia famiglia di pancia, quella dei miei amici che, credetemi, sono molti e ho timore a nominarli per non dimenticarne qualcuno, ma almeno Ric, Mauro, Fra, Anna, Sere, Ilvia, Jo, Manu, Fabri, Ro, Carlo, Luca, Botty, Guido, Uoitì, Pau, Giac, gli Ali, Luigi, Carla, che sono quelli che tifavano nell’ombra pur non avendo accesso a neanche una riga di anticipazione (perché sono cattivissima, sadica e crudele).

E infine un doveroso grazie a Zorro, che saluto tantissimo.

 

 

 

"Cats are like witches. They don't fight to kill, but to win.
There is a difference. There's no point in killing an opponent.
That way, they won't know they've lost, and to be a real winner you have to have an opponent who is beaten and knows it.
There's no triumph over a corpse, but a beaten opponent, who will remain beaten every day of the remainder of their sad and wretched life, is something to treasure."
(Terry Pratchett  from "Witches abroad")

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