Zorro, Cowboy, Indiano, Sandokan per i maschietti. Fatina, Principessa, Primavera, Spagnola per le femminucce. Questi erano i costumi negli anni Settanta. Non lo straripamento di maschere di adesso, con un tripudio di bambini grotteschi intrappolati in tute pelose, corazze di plastica o mostruosi aggeggi invadenti che minaccerebbero anche l’autocontrollo di un asceta.
«Fai un pezzo di colore sulle maschere di Carnevale di un tempo, il Carnevale dei bambini che oggi hanno quarant’anni» dice Giovanna, la mia caporedattrice.
«A Natale?»
«Sì, a Natale» insiste lei, scegliendo di ignorare la mia espressione allibita e vagamente schifata. A conferma mi elargisce una solida argomentazione. «L’altro ieri mio nipote, mentre facevamo l’albero, ha voluto mettersi il vestito da Carnevale e noi adulti abbiamo cominciato a ricordare i nostri di quando eravamo bambini. Vedi come sono collegabili tutte queste feste, questi momenti di ricordi e di dolce nostalgia? Così ho pensato che potrebbe essere originale scrivere delle maschere di trent’anni fa.»
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Oggi, sabato 20 settembre, a Certosa (Genova) le Librerie Indipendenti fanno festa.
Sarà una giornata dedicata a tanti modi di fare cultura, arte, spettacolo e intrattenimento. Un pomeriggio durante il quale tutto il quartiere genovese si animerà e proporrà iniziative alla cittadinanza.
Io lo farò alle 17.30 nell’arena all’interno dei giardini di Piazzale Emilio Guerra, presso le piscine Foltzer.
Presenterò Buona fortuna, aiutata da Lia Seriacopi e Sara Tagliente.
Un nuovo appuntamento a Genova con Margot e Caterina, e forse sarà una delle ultime volte che andrò in giro insieme a loro: dietro l’angolo c’è il prossimo romanzo che scalpita per arrivare nelle librerie.
Vi aspetto!
E se nel frattempo volete leggere l’intervista che la brava Elisa Pinigi Zanolli mi ha fatto per La Polcevera, la trovate qui.
Me l’avevano anticipato, ma vederlo è un’altra cosa.
Buona fortuna è stato scelto come titolo delle terzina in lettura alla giuria di ottobre 2014 del Gran premio delle Lettrici di Elle.
Gli altri 2 romanzi in gara sono: Tra la notte e il cuore di Julie Kibler e Il cardellino di Donna Tartt.
Lo hanno annunciato sul nuovo numero di ELLE, uscito in questi giorni.
Sulla pagina, di fianco a me c’è Stoner, sotto di me un Pulitzer.
E’ una pagina bellissima.
A posto così.
Lo ammetto, da quando ho scoperto Airbnb le mie vacanze sono cambiate.
Continuo ad amare gli alberghi, il piacere di tornare in una camera pulita da altri e col letto rifatto da altri, ma passare cinque giorni a Parigi in un appartamento viola o in un’altro soppalcato col letto sotto la mansarda, o cinque giorni a Barcellona con una terrazza di venti metri quadrati, e girovagare a piedi nudi tra la camera dove sonnicchiare, la sala dove sedersi a scriversi, il divano dove spaparanzarsi a guardare serie tv sul megaschermo, la cucina dove prepararsi la colazione o farsi una tisana, eh, è un’altra cosa.
L’ho anche raccontato a Raffaele Niri, sul Venerdì di Repubblica del 5 settembre.
Sono sparse, sono civiche, sono vitali. Sono le Biblioteche del territorio.
Le Biblioteche del territorio che oggi più che mai lottano per restare aperte e per garantire la libera lettura a tutti i cittadini, e che -con le loro poche risorse ma la loro straordinaria determinazione- organizzano incontri culturali per tutti e per ricordarci che, loro, ci sono.
La Valle Scrivia ha deciso di dedicare alcuni giovedì di luglio e agosto alle donne ed eccomi dunque spuntare giovedì 7 agosto, alle 21.00, nel Comune di Casella (fuori o dentro lo deciderà il cielo, nel senso più meteorologico del termine) per parlare di libri, di progetti futuri, di Buona Fortuna, di scrittura insieme a Claudia Priano, ottima scrittrice e amica.
Tutto questo grazie alla Biblioteca Civica di Casella (Ge).
Se siete da quelle parti, vi aspettiamo. Se avete amici da quelle parti, mandateceli. Li tratteremo bene.
Venerdì 4 luglio 2014, sarò nel biellese per presentare Buona fortuna.
Gli appuntamenti sono due:
alle 18.00 alla Libreria Vittorio Giovannacci di Biella per un firmacopie
alle 21.00 alla Biblioteca Civica “B. Croce” di Pollone per la presentazione al pubblico.
E finalmente porto Margot nella terra di Caterina.
Già, perché Caterina è proprio del biellese.
Come mia nonna, è nata a Berna per caso ma è di Cà di Bunard. E come faceva mia nonna, anche lei fa il pastun e il riso e latte.
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…ho anche posato per due fotografi giornalistici e fatto due interviste per Buena Suerte.
Questa, appena uscita su lainformacion.com, su elEconomista.es e su Yahoo Noticias, è l’intervista che mi ha fatto Andrea Abal, dell’agenzia di stampa EFE.
E le foto devono essere state quelle che hanno scelto tra le 35450 che mi ha scattato il loro fotografo, di cui non conosco il nome.
Considerando che ne venivo da nove ore di marcia, tre musei, due tappe alla boqueria, tre sacchetti della spesa e niente trucco, se l’è cavata egregiamente.
Ovvio, la mia fotografa ufficiale resta Sara Lando, ma ho il suo permesso di accettare scatti dagli sconosciuti quando non ho lei a portata di click.
Cari amici di tastiera,
come si diceva, sono tornata da Barcellona. Che è in Spagna, ma soprattutto in Catalogna. O Catalonia. O Catalunya. O Cataluña.
Lì.
Questa volta niente albergo, ma un appartamento bello, spazioso e comodissimo che abbiamo trovato su Airbnb, con fermata della Metro davanti al portone e da dove si raggiungeva a piedi Plaça de Catalunya in un quarto d’ora.
Tra l’altro, a metà strada, c’era uno Starbucks dove abbiamo fatto tutte le nostre colazioni.
Perché il Tchai e i cookies di Starbucks fanno tantissimo vacanza. Leggi il resto →
Se state leggendo questo post, è perché io, in questo momento, sto volando verso Barcellona.
Vado a vedere Buena Suerte da vicino, voglio toccare la copertina, annusare le pagine, leggermi in spagnolo (e probabilmente non capirci una ceppa).
Mi intervisteranno in francese all’Hotel Pulitzer e mi piace pensare che sia di buon auspicio (non dico addirittura vincere il Pulitzer, ma almeno trovarmi un giorno all’Hotel Oscar a Parigi mentre mi intervistano in spagnolo per Bonne Chance. Potrebbe essere divertente).
Soprattutto, però, torno in una delle mie città preferite al mondo, dove pranzerò alla Boqueria accaparrandomi il posto fronte calamari alla piastra, comprerò il turròn de Jijona negli atri dei palazzi, passeggerò sui tetti della Pedrera, mi infilerò nei vicoli del Barri Gòtic senza perdermi, perché chi è di Genova, nei vicoli, non si perde, e farò il mio tradizionale Gaudì tour, perché amo tutto ciò che quel genio ha inventato.
Guardate qui sopra. Quelli sono i suoi comignoli e quello è il tetto di Palau Güell, la sua prima opera.
La. Sua. Prima. Opera.
Hasta luego!