Cleo è la gattina di mia zia.
E' stata trovata a dicembre in una specie di stalla diroccata a mille metri nell'entroterra, un paio di giorni prima delle grandi nevicate, e ben due veterinari hanno dedotto avesse un mese e mezzo, all'epoca.
Invece, si è scoperto dopo, ne aveva più del doppio. Ma era piccola, gracile, denutrita, rachitica e lì lì a una zampa dal defungere.
Cleo adora gli umani e detesta i gatti.
Cleo, questa settimana, è ospite di casa Fiorio-Gatti. E Gatti non è il cognome di un mio marito immaginario ma gli altri due terzi del branco.
In poche parole, Cleo -che d'ora in poi chiameremo eufemisticamente Piccola Iena- è in colonia forzata a casa mia e deve convivere con un Cioccogatto grigio e un Danno Permanente nero.
Il Cioccogatto grigio è chiamato anche il gatto abbraccione, elemosina coccole senza pudore e vuole bene a tutti. E' di una dolcezza disarmante.
Il Danno Permanente è una nera pazza scatenata che ha continuamente da ridire, da correre e da giocare. E' buffa e ridicola come un muppet.
Alla Piccola Iena non piacciono il Cioccogatto e il Danno Permanente.
Decisamente no. E non ha perso tempo con la diplomazia.
La prima notte non ho dormito.
Fuori da camera mia imperversava l'apocalisse. Galoppi frenetici, urla disumane, ringhi minacciosi, tonfi, colpi, crolli di oggetti.
La seconda notte ho circoscritto il raggio d'azione della Piccola Iena alla stanza degli ospiti.
Le ho messo tutte le sue cose a disposizione (sabbietta, acqua, crocchette, sportina, maglione preferito, orsetto di peluche) e ho chiuso la porta. Prima dell'alba, l'indemoniata aveva già gettato a terra l'asse da stiro, il ventilatore, due cuscini, tutta la mia roba appesa allo stenditoio, la scatola da cucito e una lampada.
Fuori dalla sua stanza, due gatti trasformati in grizzly l'aspettavano con chiari intenti gatticidi.
L'unica cosa sensata da fare a quel punto era impegnarsi tutte le sere e rientrare a casa il più tardi possibile, fare finta di niente, ignorare gli sguardi di panico del grigio e della nera, limitarsi a controllare che fossero tutti e tre ancora vivi e ciboforniti, barricarsi nella propria stanza ed estraniarsi al punto da non sentire più le accorate richieste di coccole (e protezione) del trittico felino.
Perchè la Piccola Iena, quando non è impegnata a massacrare un gatto domestico, sbatte gli occhioni verdi e si gioca la carta del musetto da micetta per chiedere coccole. La bastarda.
Giunta quasi al termine della settimana posso dirvi che:
- siamo tutti e quattro ancora vivi. Provati, ma vivi
- non ci sono segnali di tregua nella battaglia all'ultimo pelo tra i due di casa e l'ospite
- quando non è nella sua stanza, la Piccola Iena si trasferisce nella mia scarpiera (per la precisione sui miei stivali di pelle nera), luogo perfetto per osservare il passaggio e per dare eventuali zampate dall'alto
- se osa avvicinarsi a me per chiedere coccole viene attaccata dal Cioccogatto e dal Danno Permanente
- il Danno Permanente mi ritiene responsabile di tutto questo e ogni volta che ne ha l'occasione mi insulta pesantemente nella sua lingua
- il Cioccogatto è stressatissimo
- e non oso pensare i vicini...
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